Monti Campione e Campioncino
Che sono fratelli lo si vede sin da subito, non appena la Baracca Rossa di Schilpario sfila silenziosa alle nostre spalle e difronte si spalanca l’ampia conca dei Campelli: Campione e Campioncino si tengono per mano creando un’appendice rocciosa che, degradando verso i verdi pascoli, li unisce un abbraccio che disegna, in quest’angolo di paradiso famoso per le dolomiti scalvine, l’estremo confine delle nostre Alpi Orobie.
Pare persino scorgerli in un vicendevole sguardo: il monte Campione, la cui dolce mole pare conferirgli un’indole bonaria, osserva protettivo il più piccolo dei due, il monte Campioncino, il quale, invece, esibendo di sé il suo lato più severo, pare darsi delle arie alzando il capo verso un cielo azzurro dove cirri di nuvole sfilano nel far festa.
A noi non resta che proseguire in silenzio lungo il tortuoso sentiero che ora comincia ad aumentare la sua pendenza, ed unirci in quell’abbraccio fraterno cercando, nel limite delle nostre possibilità e di quelle che la Natura ci consente in quel momento, di raggiungere le due alte vette scalvine.
Descrizione del percorso
Parcheggiata l’autovettura in località Cimalbosco, in corrispondenza della Baracca Rossa di Schilpario e del rifugio Cimon della Bagozza, imbocchiamo il sentiero 428 CAI verso il Passo dei Campelli. Dopo il primo breve tratto nel bosco, il sentiero sbuca nell’ampio pianoro pascolivo e ricalca la sterrata verso i Campelli.
La salita è molto dolce e consente di ammirare sin da subito le nostre due mete che si stagliano sul fondo dei pascoli, il monte Campione a sinistra ed il Campioncino a destra.
Dopo un breve tratto in leggera salita, la sterrata raggiunge la madonnina dei Campelli, proprio in corrispondenza del bivio a destra, che tralasceremo, per il Cimon della Bagozza che si alza alla nostra destra elegante nella sua biancastra roccia dolomitica.
Proseguiamo diritti e raggiunta la baita Campelli; con ampio semicerchio raggiungiamo il passo dei Campelli, a quota 1890 metri di altitudine, punto di confine con la Valle Camonica.
Seguiamo la sterrata che prosegue verso sinistra e, consentendoci una bella vista sul monte Adamello, raggiunge velocemente il rifugio Campione, a quota 1946 metri di altitudine.
Seguendo ora una evidente traccia di sentiero, risaliamo verso sinistra la dorsale che scende dal monte Campioncino. La salita si fa via via sempre più faticosa, soprattutto dopo le due pozze d’acqua nelle quali si specchiamo le dolomiti scalvine.
Prendiamo quota molto facilmente, mentre pian piano la croce di vetta si avvicina. Un ultimo strappo in bella salita ed ecco raggiunta la vetta del monte Campioncino, a quota 2102 metri di altitudine, dalla quale il panorama spazia su tutte le vette delle nostre Orobie ma anche sulle principali vette della Valle Camonica.
L’ascesa al monte Campione, che contrariamente all’aspetto docile riserva maggior impegno per essere raggiunto, deve essere un po’ inventata, soprattutto nel primo tratto che consente di raggiungere la dorsale per poi risalirla sino alla vetta.
Salutata con un arrivederci la croce di vetta del monte Campioncino, scendiamo a ritroso il ripido sentiero percorso nella salita e, un tratto prima di raggiungere la più alta delle due pozze d’acqua incontrate nell’ascesa, pieghiamo a sinistra e inventiamoci un ampio semicerchio che passa sotto la vetta del Campioncino e prosegue sotto la bastionata erbosa del monte Campione.
Restando in quota, raggiungiamo la dorsale erbosa del monte Campione; pieghiamo a sinistra e risaliamo il primo tratto ripido e un po’ esposto, forse l’unico tratto nel quale prestare maggior attenzione. Superato quest’ultimo, non resta altro che proseguire sull’ampia dorsale sino alla vetta posta a 2171 metri di quota.
Ciao, ti ringrazio per aver messo a disposizione la traccia del Campione. Io l’ho seguita all’incontrario e mi è tornata molto utile nel tratto dal rif. Campione fino alla cresta, evitandomi di zigzagare in lungo e in largo… E grazie anche di dare accesso al tuo sito… Ciao
Ciao Aldo, grazie per il tuo messaggio! Effettivamente, oltre ad una buona dose di capacità di orientamento, è molto importante avere sempre con sé una traccia gps del percorso da effettuare. Anch’io, in almeno un paio di occasioni, sono uscito da qualche incasinamento proprio grazie alla traccia gps. Ciao e buona montagna!