Traccia Partigiana
Qualcosa è andato storto. Qualcuno ha tradito! La reazione nazifascista all’attacco partigiano di Villa Masnada del 26 settembre ‘44 non è di quelle da contropiede, improvvisate. Ha, piuttosto, tutte le caratteristiche di un’operazione pianificata, metodica che anticipa le mosse dell’avversario, una ventina di partigiani delle Fiamme Verdi “Valbrembo” che, ormai braccati, al grido di “si salvi chi può” battono in ritirata risalendo i boschi sopra Petosino. Sul terreno resteranno i corpi di nove partigiani morti in nome della Libertà!
Colle Lochis, la sella di Madonna del Bosco, Risol o Rizzolo del Pascolo, colle dei Roccoli sono solo alcuni dei luoghi che conosciamo benissimo, chissà quante volte ci siamo stati nelle belle domeniche di primavera. Sono quelli i luoghi che disegnano la Traccia Partigiana, quella fedelmente seguita dalla “Valbrembo” dopo l’assalto a villa Masnada. Ripercorriamo oggi quella loro via di fuga, a pochi passi da Bergamo, sino a raggiungere il monumento che ne commemora l’eccidio.
Descrizione del percorso
Villa Masnada alle Crocette di Mozzo è il punto di partenza della Traccia Partigiana. Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio di fianco alla villa si imbocca l’acciottolata via Masnada fiancheggiando i filari di vite dove, nella notte del 26 settembre ’44, si appostarono i partigiani della Valbrembo in attesa dell’attacco a Villa Masnada, allora presidio tedesco in cui c’era un deposito di armi e di materiale.
Un primo pannello illustra le varie fasi dell’azione partigiana. Al termine dell’acciottolata, si prosegue su largo sentiero fiancheggiando un secondo pannello illustrativo che elenca nel dettaglio gli eventi che portarono al tragico epilogo.
Raggiunta via Lochis, si continua verso destra sino all’omonima villa dopodiché, in discesa, si raggiunge via f.lli Bonati.
La strada prosegue in salita e raggiunge il colle dei Gobbi. Passati alle spalle della magnifica villa attorniata da cipressi, si fiancheggia il muro di cinta e si raggiunge la cappelletta degli Alpini.
Risaliti pochi metri lungo via Castello, si imbocca a sinistra il sentiero 805 CAI che si addentra nel bellissimo bosco della Guzza e raggiunge villa Bagnada, pulpito panoramico sui vigneti e sulla pianura bergamasca.
Lasciato a destra il sentiero che scende al castello Presati, si prosegue diritti imboccando via Bagnada e poi via Rabaiona.
La strada discende e raggiunge la sella della Madonna del Bosco; attraversata la strada si passa a destra del cancello dell’agriturismo Marco entrando nel bosco dell’Allegrezza. Appena oltre il pannello turistico, si sale a sinistra percorrendo brevemente la strada asfaltata che conduce all’agriturismo. Subito dopo, in corrispondenza della segnaletica sentieristica, si stacca a sinistra il sentiero che percorre un lungo traversone e raggiunge l’acciottolato del Risol o Rizzolo del Pascolo.
La strada acciottolata sale a destra e raggiunge via San Sebastiano; all’incrocio con via Generale Marieni si prosegue a sinistra ancora in salita, sino alla chiesa di San Sebastiano.
Lasciato a destra il bellissimo borgo di Botta San Sebastiano, si continua a sinistra passando sotto un muro di cinta dal quale spuntano coloratissimi bouquet di fiori e si percorre il lungo falsopiano che con breve salita raggiunge Colle dei Roccoli, a quota 440 metri di altitudine, dove è presente anche l’ottima trattoria All’Alpino.
In corrispondenza della segnaletica sentieristica, che – tra l’altro – riporta anche le indicazioni di un altro bel sentiero, quello dedicato ad Ilaria, si prosegue a sinistra fiancheggiamo il museo a cielo aperto della trattoria All’Alpino dove si trovano, insieme alla bandiera italiana, anche cannoni e colpi di mortaio delle due Guerre Mondiali.
Il percorso prosegue lungo la bitumata che scende sino all’agriturismo Le Sorgenti dopodiché si prosegue verso destra percorrendo il sentiero che raggiunge un bel roccolo ristrutturato. Rimanendo sul sentiero, si scende verso destra ed in breve si raggiunge il luogo dove sorge il monumento che commemora i partigiani Caduti.
Siamo al termine della nostra camminata. La sterrata scende dolcemente e raggiunge la sottostante ciclabile della Quisa dove un ultimo pannello ricorda l’eccidio di Petosino.
Per il ritorno, si risale il sentiero CAI 713 fino a incrociare il sentiero CAI 711 sulla cresta; si piega a destra per il Colle Roccolone da cui si scende sul versante opposto (sentiero CAI 712) alla Madonna della Castagna. Da qui si può rientrare a Mozzo anche utilizzando la linea 10 dell’Atb su via Sombreno.
In alternativa, si può proseguire sulla pista ciclopedonale fino alla Ramera da cui si può ritornare a Mozzo con i mezzi Atb (linea 9, nei festivi linee 7- 8), oppure – passando per la galleria ferroviaria, utilizzata anche da alcuni dei partigiani in fuga – raggiungere Ponteranica.