Monte Legnoncino
Una cima che svetta all’estremità occidentale delle Orobie e per la favorevole posizione offre un balcone panoramico da far invidia al fratello maggiore, il Monte Legnone, lungo un’escursione tra storia e panorami mozzafiato: Il Legnoncino.
L’accesso più comodo e meno impegnativo è quello che parte dai Roccoli Lorla, raggiunti dal paese di Tremenico seguendo le indicazioni verso il Legnoncino, percorrendo a piedi solamente l’ultimo tratto che conduce alla vetta su un dislivello di 200 metri circa, mentre, se vogliamo veramente godere di una bella escursione, raggiungiamo Sueglio, e quindi la frazione di Artesso (1200 mt.), in Valvarrone, e, giunti all’omonimo laghetto, ove è presente anche un’area di pic-nic, parcheggiamo l’autovettura. Di fronte a noi il Legnoncino che, avvolto dai boschi, si specchia nel laghetto di Artesso.
Descrizione del percorso
Imbocchiamo il sentiero che in pochi minuti ci permette di raggiungere il Roccolo di Artesso, oggi utilizzato come stazione di inanellamento degli uccelli a scopo scientifico per lo studio delle migrazioni. Proseguendo oltre e, attraversando alcuni tratti più aperti e panoramici sul Lario, raggiungiamo in breve il Rifugio Bellano. Il sentiero fiancheggia ora alcuni tratti della Linea Cadorna, la trincea, alcune piazzole per mitragliatrice e gli appostamenti in caverna, che, con l’ausilio di alcuni pannelli informativi, possono dare un valore aggiunto alla nostra escursione.
Seguendo comodamente il sentiero, sino a quel punto poco impegnativo, raggiungiamo i Roccoli Lorla e l’omonimo rifugio (quota 1450 mt.). Il Monte Legnone svetta imponente di fronte a noi mentre la zona dei Roccoli Lorla, già incantevole da se, acquista calore grazie anche ai colori autunnali. Proseguiamo ora alle spalle del piccolo laghetto e, con maggiore pendenza, attraversando il bosco di lariceto, raggiungiamo un panoramico dosso erboso, corredato da alcune panchine e tavoli in legno, che spicca sul Lario ed il vicino Legnone. In alternativa possiamo percorrere la comoda strada militare che dai Roccoli Lorla sale con qualche tornante sino al dosso erboso. Ancora qualche pannello informativo ci illustra le caratteristiche del Legnoncino.
Proseguiamo ora più comodamente e raggiungiamo dapprima la postazione San Sfirio e successivamente l’omonima chiesetta, costruita nel 1771 e dedicata alla memoria di San Sfirio.
Una leggenda narra che, in un tempo non meglio precisato, sei fratelli di nome Rocco, Ulderico, Gottardo, Iorio, Miro, la sorella Eufemia e Sfirio appunto, decisero di vivere in solitudine sulle diverse cime della zona. Il Legnoncino fu scelto da Sfirio che volle vivervi in preghiera e meditazione. I suoi fratelli invece si ritirarono sulle montagne delle vicinanze, dove ancora oggi è possibile trovare delle cappelle a loro ricordo: S. Rocco a Colico; Sant’Ulderico a Ca’ Maggiore sul monte Muggio; Sant’Eufemia a Musso; San Gottardo sopra Dongo e Sant’Iorio a Garzeno. Queste ultime tre località si trovano sulla sponda occidentale del Lario, in provincia di Como. Vivendo sulle cime dei monti ed in un’epoca in cui, a differenza d’oggi, i mezzi di comunicazione utilizzabili erano sicuramente pochi, il metodo usato dai sei fratelli fu di accendere dei fuochi notturni sulle diverse vette. Dei segnali convenzionali per far sapere che tutto andava bene. Nella parrocchiale di San Martino, a Sueglio, sull’altare posto nella navata sinistra della chiesa, sono conservate alcune reliquie: delle ossa che si vogliono appartenute a S. Sfirio. Come ogni leggenda che si rispetti, anche questa ha probabilmente un fondo di verità. Infatti, i luoghi scelti dai sei fratelli sono in ogni caso dei punti strategici di controllo sull’accesso alla Valtellina e alla Valchiavenna. Due punti di grande importanza per l’epoca in cui visse Sfirio e che da lì erano facilmente controllabili.
Ritorniamo alla nostra escursione: ancora pochi minuti di camminata e raggiungiamo la cima del Legnoncino a quota 1711 metri con cippo topografico, madonnina e croce in vetta. Il panorama è davvero incantevole e lo sguardo spazia a trecentosessanta gradi: sul vicino Monte Legnone, sul Pizzo Tre Signori, sulla Valvarrone, sulla Val Chiavenna, su l’alto Lario, sul Bregagno, sul Pizzo Badile, sul Disgrazia e con giornata tersa anche sul Monte Rosa. Al ritorno possiamo seguire la comoda strada militare sino ai Roccoli Lorla da dove riprendere poi il sentiero di salita.