Monte Sodadura da Capo Foppa
Facilmente individuabile per la particolare forma piramidale che svetta tra il massiccio dello Zuccone Campelli, da un lato, e i dolci declivi dell’Aralalta, dall’altro, il Monte Sodadura è una classica meta invernale. La via di accesso principalmente utilizzata è quella che sale dai Piani di Artavaggio, facilmente raggiungibili anche a mezzo di funivia, oppure, come narrato in questa relazione, partendo da località Capo Foppa di Taleggio, lungo un itinerario leggermente più lungo ma altrettanto appagante dal punto di vista panoramico, che si ambienta nella particolarità dei luoghi che solo la Val Taleggio sa regalare.
Descrizione del percorso
Pertanto, neve permettendo, si raggiunge la località Capo Foppa di Taleggio e, parcheggiata l’autovettura in prossimità del cartello segnavia del CAI, imbocchiamo a sinistra il sentiero 120. Risalito il primo breve tratto, raggiungiamo al bivio per il Passo Baciamorti; continuiamo verso sinistra attraversando a mezza costa la zona pascoliva con alcune delle abitazioni rurali caratteristiche della Val Taleggio ed in breve raggiungiamo il pianoro della Baita Foppa Lunga. Seguendo il sentiero sempre ben segnalato, risaliamo sino ai Piani d’Alben e raggiungiamo dapprima il Rifugio Gherardi e, poco oltre, il Rifugio Cesare Battisti.
Lasciato a sinistra il rifugio Battisti, proseguiamo con maggiore pendenza attraversando un vallone detritico sino a raggiungere la caratteristica Baita Regina e la bocchetta di Regadur. Proseguendo verso destra è possibile raggiungere la vetta dell’Aralalta mentre noi continueremo verso sinistra, ora lungo il segnavia 101, verso i Piani di Artavaggio. In breve raggiungiamo la base della sella del Monte Sodaura che, risalita con non poca fatica, ci permetterà di raggiungere la vetta a quota 2010 mt. di altitudine.
La discesa può avvenire per lo stesso percorso di salita oppure scendendo verso Piani di Artavaggio sino a raggiungere la evidentissima Dorsale Orobica Lecchese “DOL” che seguiremo verso sinistra; attraversando le pendici del Sodadura, passati alcuni cippi confinari, raggiungeremo con alcuni sali scendi l’inconfondibile Rifugio Cesare Battisti.