Monte Ferrante da Valzurio

Monte Ferrante da Valzurio

Avvolto da un’impenetrabile nebbia che pare quasi soffocarmi, comincio l’ascesa del Monte Ferrante. Pian piano, passo dopo passo, seguo la linea di contrasto tra la chiara traccia rocciosa e qualche verde ciuffo d’erba: una linea appena visibile che, unita a sporadici omini di pietra, mi conduce sino alla vetta dove, infreddolito e stanco, mi siedo poco distante dalla croce, a quota 2427 metri. Il muro di nebbia è un sipario chiuso sullo spettacolo delle Orobie; uno spettacolo che, almeno per oggi, pare proprio rinviato. Ma, ahimè, anche questo è uno degli insegnamenti della montagna: la rinuncia, dopo tanta fatica.

Non mi scoraggio, la speranza non manca. Coperto nel caldo pile, aspetto paziente. Neppure troppo, pochi istanti dopo, infatti, ecco lo squarcio che attendevo. Un soffio di vento, più forte del precedente, apre quel sipario e lo spettacolo comincia: solo pochi attimi, il tempo di una corsa veloce verso la punta di quella croce, non per offenderla ma per esserle più vicino. Il tempo di un click e l’autoscatto segna l’applauso finale a quello spettacolo di pochi secondi che vale davvero tanta fatica. Nuovamente la nebbia chiude il suo sipario lasciando nel cuore una gioia impagabile.

Descrizione del percorso

Partenza dalla frazione Spinelli, poco oltre la località Valzurio di Oltressenda Alta, ove è possibile parcheggiare l’autovettura al primo tornante ove inizia la strada sterrata. Il percorso è quello classico che molto facilmente e con minimo impegno fisico porta sino alle Baite del Moschel dalle quali proseguiamo, sempre su facile mulattiera sterrata, sino alla Baita Bassa Pegherola ove l’ampiezza del panorama spazia già sulla vicinissima Presolana, sulle prossime mete: Monte Ferrante e Monte Ferrantino, e sui verdeggianti Timogno e Benfit.

Seguendo sempre le chiare indicazioni sentieristiche, proseguiamo sul facile sentiero che in breve raggiunge anche la Baita Pegherola di Mezzo. Si continua ora con qualche ampio zig zag ai piedi della zona detritica che discende dal versante del Monte Ferrantino, dopodichè il sentiero prosegue con leggera pendenza sino ad arrivare al Passo Scagnello. Da qui possiamo facilmente scendere al Rifugio Albani (20 minuti circa).

Monte Ferrante da Valzurio
Monte Ferrante da Valzurio: il passo Scagnello

Seguiamo invece la dorsale, ora indicata col segnavia 401 CAI, che prosegue sino al Rifugio Chalet dell’Aquila dal quale, raggiunta la vicina stazione di arrivo della seggiovia, risaliamo con non poca fatica la spalle pratosa del Monte Ferrantino, sino a raggiungerne facilmente la vetta a quota 2325 metri.

Dopo una breve sosta, riprendiamo il cammino, quest’oggi completamente avvolto da una fittissima nebbia, sino a perdere qualche metro di quota che ci permette di giungere ai piedi della via di ascesa al Monte Ferrante. Un breve e ripido tratto a zig zag precede un più impegnativa zona rocciosa facilmente superabile con l’aiuto delle mani. In breve ecco raggiunta la vetta del monte Ferrante, a quota 2427 metri.

La nebbia purtroppo ha concesso ben poco a questa comunque appagante salita. Solo uno squarcio lascia trasparire un cielo blu cobalto, il tempo di un autoscatto sulla croce!

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Download file: 20130621-ferrante.gpx
Scheda sintetica
Data dell’escursione 21 Giugno 2013
Località di partenza Oltressenda Alta, località Spinelli
Sentieri utilizzati 311 – 401 CAI
Tempi di percorrenza 4 ore circa
Altitudine massima 2427 metri
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà EE (Escursionisti esperti)
Acqua sul percorso No
Note Eventuale appoggio al Rifugio Albani

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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