Ciaspolata all’ Alpe Granda
Parto con le idee un po’ confuse: nella testa mi rimbalzano le mete del rifugio Grassi da Introbio, del Grignone ed anche del Monte San Primo. Ma è proprio strada facendo, nel tratto di strada che mi porta verso Lecco, che, nel segno dell’avventura, spunta qualcosa di diverso e forse ciò che cercavo: l’Alpe Granda, in Valtellina. La voglia è quella innanzitutto di smaltire pandori e panettoni di troppo ma anche la ricerca della quiete, magari proprio dove le recenti ed abbondanti nevicate hanno zittito ogni suono.
Ardenno, Buglio in Monte, corro sin dove l’auto riesce a non scivolare sui lastroni ghiacciati che fanno capolino dopo i 1200 metri di altitudine. Mi fermo poco prima delle baite del piccolo borgo di Ur o Our di Cima che pian piano raggiungo a piedi con una breve camminata. Man mano che procedo la comoda mulattiera si trasforma in un soffice letto di neve e le ciaspole affondano non poco nel candido manto quasi immacolato. Una sola traccia, dopo il bivio per l’Alpe Scermendone, si allunga verso la meta; è la traccia lasciata da un giovane escursionista che incontro mentre scende verso Buglio. “Ancora poco, uno ultimo strappetto nel bosco ed è arrivato”, risponde al classico quesito dello stanco escursionista.
Un ultimo strappetto nel bosco, in verità molto ripido, mentre la neve generosa cade dagli alberi e le ciaspole a fatica arrancano verso quello squarcio di cielo che si intravede tra i ricurvi rami innevati. Un ultimo sforzo, scosto l’ultimo ramo, poi d’improvviso compare l’Alpe Granda; resto senza parole, un unico pensiero: il paradiso può attendere, ora mi godo questo paradiso terreno, l’Alpe Granda!
Descrizione del percorso
Si parte! Parcheggiata l’autovettura poco prima della località Ur o Our di Cima (…a quota 1370 metri), raggiungibile salendo sino ad Ardenno e poi a Buglio in Monte, percorriamo la facile mulattiera che lascia alle spalle le poche baite del piccolo borgo montano. Un cartello indica la nostra meta, l’Alpe Granda, a circa 45 minuti di cammino.
Procediamo sempre con leggera pendenza mentre la neve rafforza il suo spessore ed obbliga l’uso della ciaspole. Poco oltre, in corrispondenza del bivio per l’Alpe Scermendone, entriamo nel fitto bosco di aghiformi, alcuni dei quali caduti a causa dell’eccessivo peso della neve caduta i giorni scorsi.
Manteniamoci sempre lungo la comoda mulattiera, sino in prossimità dell’alpe dove alla destra troviamo le indicazioni per il rifugio Alpe Granda. Possiamo brevemente risalire il breve tratto addentrandoci nel bosco oppure, allungando di poco il percorso, continuare lungo la facile mulattiera.
Io risalgo tra i pini completamente piegati dal peso della neve e tra una scivolata e l’altra, lo scrollo improvviso di fiocchi dagli alberi, ecco giunto sull’infinito pianoro imbiancato dell’Alpe Granda, tutt’attorno contornata dalle severe montagne.
Dal pianoro non resta altro che piegare brevemente a destra, sino a raggiungere, nascosto in una lieve depressione, il caratteristico rifugio Alpe Granda, a quota 1680 metri.