Anello del Monte Vaccareggio
L’escursione sul Monte Vaccareggio esce magicamente dal mio zaino in una giornata in cui qualche linea di febbre mi aveva inizialmente invogliato a starmene sotto le coperte. Sconterò questa scelta la sera quando, pur felice della facile cima conquistata, avrò le ossa rotte dagli oltre trentotto gradi di febbre!
Impossibile però resistere a questo finire d’autunno ancora bello gaio di giornate splendide e temperature miti e gradevoli.
E, in attesa della neve, prendo il via dalla frazione Villa di Dossena percorrendo quel lungo avvicinamento alla vetta che si sviluppa principalmente nel bellissimo bosco costellato (…forse un po’ troppo) da belligeranti capanni da caccia. L’arrivo al piccolo laghetto sopra la baita Bianzina, che tra l’altro sarà il giro di boa per concludere l’anello escursionistico una volta disceso dalla vetta, segna il finire del bosco l’inizio della vera salita al Vaccareggio che si presenta alla base come un ribollire di massi più o meno grandi e di evidenti segni di antiche estrazioni di calamina.
L’ascesa è davvero breve e poco faticosa ma il compenso di così poco impegno è davvero enorme: lo strapiombo regala il panorama sulla profonda Val Parina oltre la quale in lontananza, fanno capolino le cime del gruppo M.A.G.A., in primis l’ineguagliabile Pizzo Arera. Vicine, che par quasi di toccarle con un dito, le più modeste cime del Castello e dell’Ortighera.
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nei pochi parcheggi di via Villa di Dossena, nell’area antistante il B&B Touriste, seguiamo brevemente la strada asfaltata e, dopo pochi metri, in corrispondenza delle indicazioni, imbocchiamo a destra il sentiero che si alza sopra l’abitato.
Proseguiamo in salita fiancheggiando una prima baita dopodichè il sentiero perde leggermente quota e, piegando verso sinistra, passa alto sopra i prati di alcune abitazioni.
Il sentiero, seppur poco segnato, è sempre intuibile e ben evidente.
Poco prima di raggiungere alcuni soprastanti capanni da caccia, raggiunto un bivio sentieristico, tralasciamo di proseguire a sinistra (…vi sbucheremo al ritorno da Lavaggio per la conclusione del giro ad anello) e pieghiamo nettamente a destra percorrendo la traccia che ora prosegue in falsopiano per un bel tratto.
Dopo una leggera discesa, il sentiero riprende a salire con moderazione ed infine raggiunge, sul terminare del bosco, una bella baita che si affaccia sulla radura prativa ai piedi dell’ennesimo roccolo con annesso capanno da caccia.
Appena prima di quest’ultima baita, pieghiamo a sinistra (…bolli blu) e risaliamo il sentiero che s’insinua in una zona tra radi alberi ove iniziano ad affiorare enormi rocce che nascondono profonde cavità. Poco oltre, il sentiero raggiunge il laghetto posto alla base della traccia che si alza verso il Monte Vaccareggio (…indicazione posta su una roccia) in zona detritica ove sono evidenti le tracce delle miniere di calamina che vi erano un tempo.
Seguiamo quindi le indicazioni per il Monte Vaccareggio: la salita prosegue obliquamente verso destra e, lasciata alle spalle la zona rocciosa, il sentiero prosegue nell’erba e quindi brevemente nel bosco. Infine, dopo aver piegato verso sinistra, raggiungiamo brevemente l’altura a strapiombo sulla Val Parina che contrassegna l’arrivo sulla vetta del Monte Vaccareggio, a quota 1450 metri di altitudine.
Anche questa modesta e poco conosciuta altura orobica regala l’ampio panorama su tutte le principali vette delle Orobie: poco distanti troviamo il Monte Ortighera ed il Monte Castello mentre alle loro spalle spuntano le rinomate montagne del gruppo M.A.G.A.
Riprendiamo il cammino facendo ritorno al laghetto posto alla base del sentiero di salita al Monte Vaccareggio e, una volta raggiunto, anziché proseguire verso sinistra mediante il sentiero utilizzato all’andata, pieghiamo leggermente a destra, lasciando il laghetto alle nostre spalle, e continuiamo lungo la traccia che, fiancheggiata a sinistra la baita Bianzina, scende nell’erba e volge verso una visibile montagnola erbosa sulla quale, manco a dirlo, troviamo ancora un roccolo da caccia.
Poco più sotto, superata a sinistra una seconda baita, con molta cautela attraversiamo il bel roccolo per poi proseguire nell’erba sino alla sottostante azienda agricola. Da quest’ultima imbocchiamo la strada, prima sterrata e poi d’asfalto, che scende sino al piccolo borgo di Lavaggio. Proprio in corrispondenza dell’enorme silos verde, abbandoniamo la strada asfaltata ed imbocchiamo a sinistra la sterrata che prosegue in falsopiano e raggiunge una vicina baita a fil di bosco.
Imbocchiamo il sentiero che a sinistra della baita si infila nel fitto bosco e proseguiamo sino al bivio raggiunto nell’andata. Non resterà altro, ora, che imboccare il sentiero che discende a destra per far ritorno a Dossena.