Ciaspolata sul monte Cazzola
Meta frequentata da scialpinisti e ciaspolatori, il monte Cazzola, come molte altre cime che hanno il privilegio di innalzarsi isolate al centro dell’immensa vallata, gode di un grandioso panorama sulla corona di vette che tutt’attorno lo circondano: a partire dalla dirimpettaia Punta d’Orogna, eventualmente raggiungibile con buone condizioni di innevamento, si alternano con ripidi saliscendi le maestose punte del Pizzo Cornera ed il Cervandone, che segnano il naturale confine con la Svizzera, e poi – a seguire – i monti Corbernas e Saggiato che invece sprofondano nel Grande Est di Devero.
Ma se dall’alto della cima del Monte Cazzola abbiamo apprezzato la bellezza d’alta quota, dal profondo della Val Buscagna, che ai suoi piedi la circonda quasi integralmente, non resteremo delusi dalla vastità di praterie immacolate nell’abito invernale che, nell’irreale silenzio, regalano emozioni da Grande Nord.
Dulcis in fundo, al centro di tanta bellezza, il lago Nero dal quale vien persino difficile allontanarsi e far ritorno al punto di partenza.
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nell’ampia zona di parcheggio presso l’Alpe Devero (…sosta giornaliera fruibile previo pagamento di 5,00 euro) imbocchiamo la lieve salita che conduce alla località Ponti di Devero, crocevia di possibili mete escursionistiche. Mentre a destra è possibile imboccare il percorso con le ciaspole che conduce a Crampiolo, oppure sino alla Corte di Corbernas (…già viste in questa escursione), noi imbocchiamo la stradetta a sinistra che volge in direzione degli impianti da sci. Oltrepassati quest’ultimi e raggiunte le poche abitazioni della località Pedemonte, seguiamo le indicazioni del segnavia H11 che, ora in moderata salita, attraversa un ponte e si inoltra nel bosco con direzione dell’Alpe Misanco, del Lago Nero e della nostra meta, il monte Cazzola.
Il sentiero innevato, molto frequentato anche d’inverno e pertanto quasi sempre ben tracciato, si alza sopra il fragoroso torrente che ci divide dalla Valle Buscagna ed in poco meno di un’ora di cammino raggiunge il piccolo alpeggio di Misanco, poche baite che si affacciano sul maestoso Pizzo Fizzo.
Lasciamo alle spalle l’Alpe Misanco e proseguiamo verso sinistra, ancora in leggera salita. Poco oltre il sentiero normale prosegue verso destra con direzione del Lago Nero (…segnavia H11); noi tralasciamo questa direzione (…la utilizzeremo al ritorno) e proseguiamo obliquamente verso sinistra sul tracciato solitamente usato dagli scialp.
La traccia attraversa il fitto bosco di larici che man mano diviene sempre più rado, sino a quando, uscito completamente all’aperto, prosegue verso la docile cima del Monte Cazzola. Tutt’attorno cominciano a spuntare il Pizzo Cornera, con le sue spettacolari guglie, ed il Pizzo Cervandone.
Raggiunta la prima altura a cielo aperto, proseguiamo verso sud ovest, in direzione dell’ormai ben visibile cima del monte Cazzola. Dopo un breve tratto pianeggiante, il sentiero aumenta la sua pendenza ma basta ben poco per raggiungere la vetta del Monte Cazzola, a quota 2330 metri di altitudine, sulla quale capeggia una piccola croce di vetta.
Difronte a tanti colossi la cima del Monte Cazzola non sfigura di certo e grazie alla sua invidiabile posizione possiamo lasciarci affascinare da tutta la corona di cime circostanti.
Ripartiti dopo la meritata sosta, possiamo far ritorno all’alpe Devero attraverso il sentiero utilizzato per la salita oppure, se è nostra intenzione fare una breve visita al Lago Nero, possiamo percorrere a ritroso l’ultimo breve tratto di accesa salita che ci ha permesso di raggiungere la vetta del Monte Cazzola e, quindi, piegare a sinistra scendendo nel selvaggio vallone; incrociato il segnavia H11, seguiamo quest’ultimo verso valle passando attraverso il rado bosco di larici; raggiunte le baite dell’alpe Curt du Vel, continuiamo verso valle sino a raggiungere la breve deviazione a sinistra che ci consente di far visita al bacino naturale del Lago Nero. Infine, ritornati alla precedente deviazione, non resterà altro che discendere sino alla vicina alpe Misanco e, da quest’ultima, far ritorno alla piana del Devero.