Monte Canto da Sotto il Monte
Il Monte Canto già profuma di primavera e si prepara ad accogliere l’ottava edizione della competitiva Sky del Canto, una delle più amate outdoor della bergamasca.
Nel frattempo, prima che ogni traccia di sentiero venga percorsa dagli infaticabili runners, ne approfitto per una veloce e facile salita attraverso il sentiero 894 del CAI, lasciandomi accompagnare solo dai volti di pietra dell’artista Vanni Battaglia e da un anziano di Sotto il Monte Giovanni XXIII che, molto gentilmente, farà da cicerone e mi racconterà la storia di ogni singola scultura.
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nell’ampio parcheggio posto in prossimità della parrocchiale di San Giovanni Battista in Sotto il Monte Giovanni XXIII, risaliamo la strada asfaltata con direzione di Cà Maitino, museo che raccoglie importanti testimonianze e cimeli appartenuti a Santo Papa Giovanni XXIII.
Appena prima di imboccare l’acciottolato che conduce all’ingresso del museo, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, pieghiamo a sinistra e percorriamo la via Boarolo che pian piano si alza attraversando alcune abitazioni; appena oltre quest’ultime, proseguiamo su via Cornetta e quindi via Corna che ci introduce nell’ameno luogo in cui sorge chiesetta di Caneve, risalente al 1727, restaurata per volontà di Papa Giovanni XXIII nel 1961.
Imbocchiamo ora il sentiero vero e proprio, anzi, in verità, la comoda sterrata che pian piano risale il versante sud del Monte Canto. Fin da subito possiamo ammirare alcune delle numerose sculture realizzate dall’artista Vanni Battaglia che segnano il margine della salita e ci terranno compagnia sino a metà del percorso: troviamo un bellissimo fiore, le chiesette più care a Papa Giovanni XXIII, due bellissimi serpenti ma in particolare i volti di un faraone, di un capo indiano e la sua donna, quello di Cristo e di Papa Giovanni XXIII e, dulcis in fundo, un paio di scene di vita nelle quali viene raffigurato San Francesco e un amico dello scultore, Ol Tullio.
In men che non si dica e senza troppa fatica, “distratti” da tanta bellezza scolpita su pietra, raggiungiamo il terzo dei quattro chilometri del percorso; passati poco sotto una bella abitazione ristrutturata ed un ultimo tornante ci introducono in un falsopiano che prosegue passando quasi sul versante opposto del Monte Canto, quello che volge verso la Valle San Martino. Ma poco dopo, tralasciato il sentiero che scende a destra, imbocchiamo a sinistra il classico sentiero montano che, ora molto ripido, sale sino alla vera vetta del Monte Canto, quella contrassegnata da una piccola croce formata con due rami d’albero, a quota 700 metri di altitudine.
La classica croce di vetta, quella alta in metallo visibile dal fondo valle, la troviamo invece poco oltre, dopo aver disceso verso un avvallamento e risalito un breve tratto di sentiero.