Anello in alta Valzurio
Parte della Valzurio l’avevo già visitata lo scorso anno, con le ciaspole ai piedi. Già allora mi aveva lasciato a bocca aperta: dolci dune di neve che si alternavano nel freddo silenzio dell’inverno, un percorso magico ai piedi dell’elegante Regina delle Orobie. L’autunno è tutt’altra stagione: dominano incontrastati i colori ed il profumo del sottobosco; i silenzi sono sostituiti dal calpestio delle foglie secche che, inesorabile, segna il anche passaggio delle stagioni, del tempo. Almeno sin quando si sbuca in vetta, li di foglie neppure l’ombra, e l’erba, quasi color del grano, avvolge le lunghe creste che, per pochi istanti, ci fanno sentire padroni del mondo.
Descrizione del percorso
Il percorso di quest’oggi non è lo stesso dell’inverno scorso. Partendo da Valzurio, piccola frazione di Oltressenda Alta, raggiunge infatti la lunga cresta che da Colle Palazzo tocca le cime di Timogno e Benfit per poi digradare al Passo degli Omini e, con un ultimo sforzo, ne risale anche l’omonima cima. L’anello si chiude poi con la discesa alla Baita Verzuda Alta, la Baita Rigada Bassa e le Baite di Moschel, sino a far ritorno in Valzurio. Un susseguirsi di panorami diversi: da quello orobico a quello dolomitico; un susseguirsi di emozioni.
Seppur l’anello dell’Alta Valzurio non riserva particolari difficoltà tecniche, la sua lunghezza ed il suo dislivello (quasi 22 chilometri di sviluppo e 1700 metri circa di dislivello), ma anche alcuni tratti poco battuti e fuori dai classici sentieri CAI, lo classificano certamente come un itinerario riservato a persone allenate e con buona capacità di orientamento.
Questa lunga cavalcata ad anello prende il via da Valzurio, appena dietro la chiesa di Santa Margherita, dove imbocchiamo la ripida sterrata che si alza velocemente nel fitto bosco. Transitati davanti ad una baita (ubicata a sinistra), proseguiamo ancora per pochi minuti lungo la sterrata, sino ad un bivio dove piegheremo a sinistra.
Con moderata pendenza, risaliamo quest’ampia mulattiera per circa dieci minuti; quando questa inizia a spianarsi, in prossimità di una baita e – quindi – prima di raggiungerla, pieghiamo a destra prendendo il visibile sentiero che inizialmente in piano, poi acquista maggiore pendenza. Il sentiero prosegue con diversi tornanti e, a causa del fondo pietroso, risulta spesso poco agevole.
Giunti ad un successivo bivio che sbuca su tre vie possibili, prendiamo il sentiero che prosegue diritto e, poco oltre, passa alto sopra una baita a destra (oggi con il tetto in costruzione). Proseguiamo quasi in lieve pendenza sino a sbucare all’esterno del bosco, in corrispondenza di un tornantino panoramico posto su un bivio sentieristico. Possiamo proseguire verso sinistra rientrando nel bosco sino a sbucare sulla sterrata che proviene da Dosso e seguirla fino alla Pensana Dol Zanarì, oppure, come ho fatto io, scendere verso destra, raggiungere la chiesina di Valzurio (da visitare, se aperta) e risalire la stradetta sino alla Pensana già accennata, quindi a Colle Palazzo. Pertanto, una volta raggiunta la Pensana Dol Zenaerì, percorriamo la sterrata che le passa alle spalle; superata una piccola baita a sinistra, continuiamo diritti risalendo la ripida mulattiera a tratti bitumata che sbuca nella parte più alta di Colle Palazzo, con bella vista sugli ampi pratoni sottostanti.
Continuiamo passando davanti ad uno stagno e poi alla vicina Baita Grumelli, sino a raggiungere un bivio dove prendiamo a sinistra rientrando nel bosco. Ad un secondo bivio prendiamo ancora a sinistra sino ad arrivare all’indicazione “Spigla – Timogno”. Ora non resta che seguire il sentiero che si mantiene all’esterno del pascolo erboso, dove poco più in basso si trova una baita, oppure attraversare quest’ultimo, mantenendoci poco distante dal lungo muro di recinzione, e puntare verso l’alto del praticello dove imbocchiamo il ripido che, con fatica, ci permetterà di superare l’altura ben visibile davanti a noi. In questo tratto il sentiero non lascia scampo, si mantiene sul dorso e prosegue verso la cima senza neppure uno zig – zag.
Dopo tanta fatica eccoci sulla cima del crinale erboso dalla quale si apre la Conca di Rem, ottimo balcone sull’elegante Presolana. Proseguiamo lungo il sentiero che ora concede qualche respiro sino ad un altro dossetto da superare con un po’ di fatica. Raggiunta l’altura, continuiamo verso la baita Alta di Remescler, oppure, seguendo possiamo puntare al piccolo omino in pietre posto su una cimetta che sovrasta la medesima baita e dalla quale possiamo godere di un indescrivibile panorama. Superata la baita, manteniamoci sul dorso erboso e, radunate tutte le forze, iniziamo questa faticosissima salita che, in circa venti minuti, ci porterà sino alla vetta del Monte Timogno, a quota 2172 metri. La vista spazia su tutte le principali vette delle Orobie, sui vicini Ferrante e Ferrantino, sulla Presolana ma anche sul restante percorso in cresta, ora meno faticoso, che ci rimane per raggiungere la Cima degli Omini.
Dalla vetta del Monte Timogno, proseguiamo lungo la cresta che, inizialmente in leggera discesa, risale poi dolcemente, passando qualche tratto stretto e roccioso, sino alla Cima Benfit. Da quest’ultima la discesa è un po’ più marcata e richiede un po’ d’attenzione per evitare scivolate. Proseguiamo in cresta sino a risalire una piccola cima e quindi discendere al Passo degli Omini. Ci aspetta ancora qualche sali-scendi. Ripartiamo da passo risalendo un altro cucuzzolo erboso e scendiamo poi sino ad un’altro colletto ove poco distante si trova una croce in memoria di un caduto della montagna. Proseguiamo risalendo un successivo cucuzzolo, ben più alto del precedente, e raggiunto il suo culmine proseguiamo in piano sino alla Cima degli Omini, a quota 2196 metri. Ben cinque ore dalla partenza a Valzurio! Osservando il panorama, però, posso dire che ne valeva davvero la pena!
Per chiudere il giro ad anello dobbiamo discendere la Cima degli Omini dal sentiero di salita e portarci sino alla croce in memoria del Caduto della montagna. Possiamo subito scendere a sinistra per pratoni sino a raggiungere la visibile Baita Verzuda Alta, oppure risalire il cucuzzolo che sovrasta il Passo degli Omini e scendere il versante sud sempre verso la medesima baita. Raggiunta quest’ultima, scendiamo appena sotto, nei pressi dell’abbeveratoio, e poi scendiamo verso destra sino in prossimità di un altro abbeveratoio. Da quest’ultimo possiamo proseguire a sinistra e discendere verso la Baita Verzuda Bassa, le marmitte e poi collegarci con il segnavia 311 CAI che porta alle baite di Moschel, oppure proseguire a destra dell’abbeveratoio per tracce di sentiero, sino a scendere alla baita Rigada Bassa e quindi immetterci sul segnavia 314 CAI che ci condurrà alla Baite del Moschel. Dalle baite di Moschel, seguiamo la facile mulattiera sino alla località Spinelli e poi a Valzurio.