Anello di Cima Parè
Ciò che più mi piace di questa modesta cima è il colore giallo intenso dell’erba che la ricopre quasi interamente. Un contrasto di colori che alternandosi al marcato blu del cielo crea un perfetto dipinto d’autore. Risalirne obliquamente i dolci pendii, magari accarezzato dal tiepido vento che riscalda questo mite inverno, mi fa tornare indietro nel tempo quando, giovanissimo e certamente incosciente, scorrazzavo con gli amici non lontano da casa, in campi di grano dello stesso color giallo. Bei tempi!
Descrizione del percorso
L’escursione, che seppur lunga (circa 13 km.) e di considerevole dislivello (circa 1100 mt.) non presenta particolari difficoltà ma richiede solo un minimo d’allenamento, prende il via dalla sede degli Alpini di Rovetta e segue, almeno per il tratto iniziale, la mulattiera per la Cima Parè. Oltrepassate alcune baite e tralasciate le indicazioni per altri luoghi, raggiungiamo il cartello con l’indicazione per le Stalle di Parè (cartello a destra). Pertanto, abbandonata la monotona mulattiera, pieghiamo a destra inoltrandoci nel fitto bosco. Il sentiero, a tratti ripido e con diversi zig zag, risale poi un ampio canalone che sbuca infine tra gli ampi spazi aperti ove sorgono le caratteristiche baite di Parè. Un luogo veramente piacevole che predispone alla tranquillità e dove è possibile ammirare l’ampio versante versante sud della nostra meta interamente ricoperto da un manto erboso, giallo quasi color dell’oro, che lo fa apparire come un immenso campo di grano.
Ripartiti dopo una breve sosta, proseguiamo lungo la mulattiera che dolcemente ci permette di raggiungere un’ultima baita più isolata. Proseguiamo ora lungo il sentiero che si alza leggermente per poi piegare nettamente a sinistra. Da questo punto possiamo, con una brevissima deviazione, raggiungere il vicino Cornetto di Parè (a destra del sentiero), ottimo balcone panoramico sulla zona delle baite.
Ripreso il sentiero principale e tralasciata a destra la traccia che prosegue verso il Corno dell’Orso e la località Roncada, proseguiamo lungo il sentiero che attraversa un bel bosco di betulle e si alza obliquamente verso sinistra sopra la zona delle baite di Parè, sino a raggiungere un punto piuttosto esposto a sinistra dal quale possiamo ammirare dall’alto l’abitato di Rovetta. Appena oltrepassato questo breve tratto esposto, pieghiamo nettamente a destra per imboccare il “sentiero delle vipere” che, con un lunghissimo traversone che taglia obliquamente le pendici del monte Parè, ci permette di raggiungere la panoramica cresta.
Non resta altro che piegare a destra e seguire la facile cresta sino a raggiungere la vicina vetta del Monte Valsacco, a quota 1760 metri, dalla quale possiamo ammirare piacevolmente la parete sud della Presolana e gran parte delle principali vette orobiche. Ripartiti dopo la meritata sosta, ripercorriamo a ritroso il tratto di cresta appena risalito. Tornati al punto in cui il “sentiero delle vipere” sbucava in cresta, proseguiamo lungo quest’ultima e seguiamola sino a raggiungere la non lontana cima Parè, a quota 1642, ove ad attenderci non ci sarà la solita amatissima croce ma anche un ingegnoso sistema di tubi che ci consentirà di individuare molte delle principali vette delle Orobie.
Dopo aver lasciato la propria firma o un breve pensiero sul libro di vetta, riprendiamo il cammino proseguendo lungo la cresta che, ora in marcata discesa, ci consente di osservare, sul fondovalle di destra, il piccolo abitato di Valzurio e la tortuosa strada che lo collega ad Oltressenda Alta. Il sentiero prosegue poi su ampie distese erbose che caratterizzano questo tipo di monte, sino alla Cappelletta degli Alpini e quindi alla Cima Blum. Il ritorno al punto di partenza avviene continuando in discesa lungo la mulattiera che porta sino a Rovetta.