Monte Masoni ad anello
Come un’onda, che dopo lo scroscio iniziale si allunga a ritroso nel mare creando quella serena melodia armoniosa che via via sfuma sino al prossimo scroscio, così pure il vento, quel fresco vento che asciuga il sudore sostituendosi all’ormai tiepido sole, d’impeto soffia piegando allegramente le fronde dei pochi alberi che fiancheggiano la sterrata verso il Longo mentre, nel suo lento declinare, anticipa l’autunno ed allieta il quieto camminare.
Solo più in alto, abbandonata la sterrata e risaliti i versanti prativi che volgono verso il Passo Venina, il vento, ben più prepotente ed ora libero di scorrazzare, scavalcando le alte cime delle Orobie diviene il compagno di viaggio a cavallo della lunga dorsale che, ora curiosamente ammantata di piccole pietre rosate, si allunga panoramica sino alla croce di vetta dalla quale il Masoni, ora, consente il piacere di contemplare.
Descrizione del percorso
Partenza dalla capitale delle escursioni in Valle Brembana, Carona. Lasciata l’autovettura in sosta in uno degli spazi delimitati da strisce blu, a pagamento col solito sistema del gratta & sosta, imbocchiamo la cosiddetta “strada dell’Enel” che dopo breve salita raggiunge la frazione Pagliari. Proseguiamo ora su ampia carrareccia, a tratti sterrata ed a tratti bitumata, lungo il classico segnavia 210 CAI che, fiancheggiando la Cascata di Val Sambuzza e poi la Baita Birone, risale verso il bellissimo Lago del Prato e gli accoglienti Rifugi Calvi e Longo.
Poco prima di giungere al Lago del Prato, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, pieghiamo a sinistra e risaliamo brevemente il tratto nel bosco per poi uscire, oltrepassata la deviazione a sinistra per Foppolo, nei pressi del Baitone Mario Baschieri del CAI di Sesto. Si continua sul classico sentiero, ora quasi pianeggiante, sino all’incrocio con la mulattiera che prosegue in leggera salita verso il Rifugio Fratelli Longo.
La camminata lungo la mulattiera si mantiene dolce e non richiede troppa fatica. Nel contempo regala l’ampio panorama sulla vallata del Monte Sasso in cui splendono le perle orobiche del Lago del Prato e, poco più avanti, del Lago della Cava. Tutt’attorno svettano le principali cime di quest’angolo di paradiso brembano: il Monte Aga proprio difronte a noi, mentre più a destra fanno capolino il Monte Madonnino, il Cabianca, i Corni di Sardegnana ed il Pizzo del Becco.
Poco prima di raggiungere il Rifugio Longo troviamo a sinistra le indicazioni per il Passo Venina, segnavia 254 CAI. Non resta altro che abbandonare la mulattiera e risalire a sinistra lungo un sentiero che acquista pian piano maggiore pendenza. Si prosegue con qualche ampio zig zag sino a sbucare presso la baita Masoni e quindi si continua lasciandola alle spalle fino a raggiungere alcuni ruderi che offrono un ampio panorama sul Monte Aga e sui Diavoli.
Proseguiamo ancora in salita su un sentiero militare ancora in buono stato di manutenzione, sino ad oltrepassare il limitare di ampie distese di pietre rosa che scendono dai versanti del monte Masoni. Poco oltre ecco raggiunto il Passo Venina, a quota 2438 metri di altitudine.
Pieghiamo nettamente a sinistra e percorriamo il comodo sentiero che risale l’ampia dorsale inizialmente erbosa e poi ancora letteralmente coperta dall’ampia zona sassosa. Si risale obliquamente per poi discendere l’anticima e quindi si conquista in breve la croce di vetta del Monte Masoni, a quota 2663.
L’ampio e spettacolare panorama si apre ora sul versante della Val Sambuzza con le vicine cime del Pizzo Zerna, la cui dorsale degrada sino al Passo del Publino e quindi al Bivacco Pedrinelli, e del Monte Chierico. Verso destra brilla invece l’ampio bacino del Lago Publino mentre più in lontananza spiccano le Alpi.
La discesa richiede un po’ di attenzione in più a causa del non sempre visibile traccia di sentiero e dell’assenza totale di indicazioni CAI. Lasciamo a destra la croce di vetta per discendere brevemente in obliquo verso sinistra. Il tratto di sentiero in discesa diviene particolarmente ripido e prosegue poi, con stretti zig zag, sino a passare appena sotto un costone roccioso dove poi si immette in un canalone detritico che era ben visibile dalla vetta. Attraversato il canalone su traccia di sentiero, scendiamolo passando un breve tratto di facili roccette sino a raggiungere l’avvallamento piuttosto erboso che scende verso il basso. Scegliamo la via più intuitiva seguendo l’ampio vallone, sino ad intercettare la traccia che si collega, stando alti sul Lago di Val Sambuzza, al sentiero che discende dal Passo Publino.
Raggiunto il sentiero, classificato con segnavia 209 CAI, non resta altro che seguirlo verso valle sino a raggiungere infine la Baita Birone ove l’incrocio col segnavia 210 CAI ci permette di far ritorno alla frazione Pagliari e quindi al punto di partenza.