Pizzi di Parlasco ad anello
Nell’affrontare con fatica la salita ai Pizzi di Parlasco, trovo sollievo nel pensare che pure lui, il bandito Lasco, messe a segno le ultime scorribande notturne, si rifugiasse poi tra le pieghe dei contrafforti rocciosi che severi si alzano alle spalle del paese dipinto, Parlasco.
Esili tracce di sentiero che salgono verso il Pizzo di Dasio. Spesso strette, larghe quanto uno solo degli scarponi che indosso, si inerpicano, tortuose, aggrappate alla montagna, da un lato, ed a picco sul versante scosceso che volge nel nulla, dall’altro. Tracce selvagge, tanto che il passo si incespica continuamente nei fili d’erba che le sormontano. E ripide, quel tanto che basta da lasciar che la fronte sia sempre bagnata dall’incessante sudore. Solo un luogo così inospitale, selvaggio e severo può aver accolto il balordo bandito Lasco che di giorno, quindi, smessi gli abiti del bandito, indossava gli abiti pregiati del Conte Sigifredo Falsandri, signorotto distinto e caritatevole della Rocca di Marmoro.
Descrizione del percorso
Il punto di partenza di questo lungo anello escursionistico è il paese dipinto di Parlasco, comune dell’alta Valsassina adagiato sulla sponda sinistra del torrente Pioverna, nel bel mezzo della tranquillità dei monti, che tra i suoi vicoli custodisce, dipinta sui numerosi murales, l’affasciante leggenda del bandito Lasco. Pertanto, al termine della camminata, non lasciamoci sfuggire una visita dell’artistico centro storico.
Per il momento, però, concentriamoci sull’escursione! Lasciata l’autovettura nel parcheggio antistante la chiesa di Sant’Antonio, attraversiamo la strada asfaltata e proseguiamo per poche decine di metri verso il centro abitato. Giunti in corrispondenza del cartello sentieristico sul quale compare “Sentiero nr. 1 – Pizzi di Parlasco”, pieghiamo obliquamente a sinistra procedendo verso una abitazione dai muri di colore bianco; dopo averla fiancheggiata sulla destra, proseguiamo nel rigoglioso prato che pare s’impegni nel nascondere la traccia di sentiero. Continuiamo senza timore sino al limitare del bosco dove, quindi, la traccia diviene più larga e ben visibile.
Entriamo nella frescura del bosco dove compaiono i primi bolli bianco – rossi e proseguiamo sino all’incrocio con la sterrata che imbocchiamo verso sinistra per qualche decina di metri, sino a raggiungere una sbarra metallica che delimita la linea tagliafuoco.
Oltrepassata la sbarra, percorriamo per alcuni metri la linea tagliafuoco e, giunti in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche per le miniere, imbocchiamo a destra il classico sentiero montano che si inerpica selvaggio senza mai mollare la sua ripida pendenza.
Il sentiero, talvolta ridotto ad una esile traccia sormontata dalla folta vegetazione, si alza ripido fiancheggiando a tratti lo scosceso versante che scende a valle lasciando però spazio a favolosi scorci sulla Valsassina. Oltrepassato un canalone ed un successivo ripido tratto, che superiamo grazie all’uso delle mani, il sentiero prosegue sino allo spiazzo dove troviamo l’ingresso della prima miniera in cui un tempo si estraeva manganese.
Lasciata alle spalle questa buia galleria rocciosa, proseguiamo brevemente sino ad un secondo spiazzo in cui troviamo l’imbocco di altre due gallerie. Superati anche questi ultimi due imbocchi alle miniere, proseguiamo di pochi metri ed in corrispondenza del successivo bivio, non facilmente visibile, lasciamo a sinistra il sentiero che ben marcato scende a valle e risaliamo a destra la ripida traccia che pare passare a monte delle ultime due gallerie.
La vegetazione si fa man mano più rada e la visuale spazia ora sulle severe pareti rocciose dei pizzi di Parlasco.
Raggiunta la Bocchetta di Cavèe o Porta Parlasco (2 ore dalla partenza), ottimo punto panoramico che ci consente di lasciar correre lo sguardo sul versante opposto, quello del lago, con vista su Esino Lario e la Grigna Settentrionale, pieghiamo a destra con direzione della cima di Daas. Comincia in questo punto il tratto del sentiero delle creste che ci accingiamo a percorrere.
Dopo l’ennesimo ripido tratto che guadagna pulpiti panoramici davvero spettacolari, il sentiero percorre un breve tratto in discesa e quindi risale sino ad un’insellatura che ci trasporta direttamente sulla cresta erbosa dei Pizzi di Parlasco.
Proseguiamo con qualche facile saliscendi verso la cima di Daas che notiamo poco distante capeggiata da una croce metallica. Il sentiero si allunga in falsopiano e, appena prima della cima di Daas, incrocia in bivio sentieristico: a sinistra la traccia scende più bassa e poi prosegue ancora in falsopiano (…la percorreremo una volta scesi dalla cima di Daas) mentre quella di destra prosegue ancora pianeggiante sotto i ripidi pratoni che discendono dalla cima di Daas. Prendiamo quest’ultima e proseguiamo per un breve tratto, sino a quando un breve zig zag ci consente di deviare a destra e, su terreno molto ripido, di conquistare la cima di Daas, con la sua bella croce di vetta, a quota 1509 metri di altitudine.
Dopo la meritata sosta che ci permette di contemplare tutto il panorama circostante, percorriamo a ritroso il sentiero percorso per raggiungere la cima di Daas e, tornati al precedente bivio sentieristico, imbocchiamo a destra il sentiero che si allunga a mezzacosta sotto i restanti pizzi di Parlasco.
Proseguiamo tenendoci sempre sulla traccia principale evitando altre sottostanti tracce che proseguono quasi parallelamente e, giunti al limitare del bosco, proseguiamo in leggere discesa aiutati dai primi due tratti attrezzati con una fune metallica. Nulla di troppo difficile!
Successivamente il sentiero discende ulteriormente e prosegue su un dorso erboso che pare finisca nel vuoto ma dove questo precipita improvvisamente, troviamo un ultimo tratto con fune metallica che ci aiuta a superare questo scosceso versante. In breve, appena più sotto, ecco raggiunto il Passo Agueglio, a quota 1142 metri di altitudine, sovrastato dal Monte San Defendente, dove troviamo una caratteristica chiesetta.
In corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, restando sempre ai margini della carreggiata, scendiamo a destra passando il folto prato che precede il vicino bosco dove, quindi, ritroviamo la chiara traccia del sentiero che scende verso Parlasco. Imbocchiamo quest’ultima e con lunga discesa mai troppo impegnativa e comunque sempre raffrescata dal fitto bosco, raggiungiamo la via Agueglio di Parlasco ed i primi dipinti del paese. Ora non resta altro che dedicarci alla vista del paese dipinto prima di far ritorno al punto di partenza.