Alpe Prabello, paradiso per le ciaspole
Ci sono graziosi angoli del territorio montano che, complice il modesto dislivello e sviluppo e la facilità nel raggiungerli, ben si prestano ad escursioni alla portata di tutti. Anche, e soprattutto, in inverno quando la candida neve che ricopre ogni cosa rende questi luoghi davvero magici: immense dune nevose e grandiosi paesaggi al cospetto di alte e rinomate cime alle cui pendici fanno capolino i tetti degli alpeggi che, quasi interamente sommersi dalla neve, attendono in silenzio il risveglio primaverile. Tutto questo lo trovi all’Alpe Prabello.
Descrizione del percorso
La ciaspolata all’alpe Prabello è una classica del territorio della Valmalenco. Per raggiungere l’imbocco del sentiero dobbiamo risalire oltre Chiesa in Valmalenco e dirigerci verso la diga di Campo Moro. Raggiunta la località di Campo Franscia, proseguiamo percorrendo l’ultimo tratto stradale di circa sei chilometri che, attraverso numerosi tornanti, ci porta sino alle gallerie che precedono la località Campo Moro. Questo è un tratto stradale che in genere occorre affrontare con catene da neve al seguito oppure utilizzando un buon fuoristrada per via del manto stradale quasi sempre coperto da lastroni di neve e ghiaccio.
Oltrepassata la seconda galleria dopo aver lasciato Campo Franscia, parcheggiamo l’autovettura nell’ampio spazio disponibile ai margini della strada. In corrispondenza della cartellonistica dei sentieri, imbocchiamo la mulattiera con direzione dell’Alpe Prabello (segnavia 347 e 301 CAI). Si sale dolcemente con qualche tornante che smorza quel poco di pendenza, sino in prossimità dell’alpe Campascio dove, abbandonata la mulattiera, pieghiamo a destra in corrispondenza dell’indicazione sentieristica per l’alpe Prabello.
Il sentiero prosegue ora al cospetto del Pizzo Scalino che imponente si staglia difronte al nostro cammino. Con dolci saliscendi acquistiamo pian piano quota tra dune nevose davvero spettacolari. Oltrepassato un ampio pianoro ed un ponticello, alla cui destra scorgiamo imponente la mole del monte Disgrazia, proseguiamo superando un ultimo dosso nevoso oltre il quale, quasi magicamente, ecco apparire il piccolo agglomerato di baite e malghe sommerse dalla neve dell’alpe Prabello. Un alpeggio di rara bellezza che, immensamente piccolo difronte alla grandezza del Pizzo Scalino che svetta alle sue spalle, non teme il confronto col Gigante ma ne trae beneficio mostrandosi immensamente incantevole nel già bel contesto montano. Ci troviamo a quota 2226 metri.
Dopo la breve sosta e la doverosa visita al vicino Santuario Madonna della Pace, è ora di ripartire per far ritorno al punto di partenza. Possiamo ripercorrere a ritroso il sentiero utilizzato per la salita oppure prolungare l’escursione con un giro ad anello che tocca il Rifugio Ca’ Runcasch e l’alpe Campagneda. In quest’ultimo caso, riprendiamo il cammino passando a sinistra del Rifugio Cristina. Cercando la via più facile risaliamo la bastionata di neve che delimita a sinistra l’alpeggio Prabello e, in corrispondenza di una croce in legno, pieghiamo nettamente a sinistra percorrendo il lungo traversone che volge verso nord-est (…prendiamo come punto di riferimento il Passo Campagneda, che comunque non verrà mai raggiunto).
Mantenendoci sempre piuttosto lontani dai pendii innevati del Pizzo Scalino e del Monte Cornetto, proseguiamo lungo un avvallamento che successivamente incrocia l’evidente via scialpinistica di salita al Pizzo Scalino. Pieghiamo a sinistra e, seguendo le tracce di scialp e motoslitte, proseguiamo in discesa sino ad un ricovero animali e, poco più sotto, al Rifugio Ca’ Runcasch ed all’alpe Campagneda. Proseguiamo ora seguendo la mulattiera che scende fiancheggiando le baite di Campascio e, passato un sottostante ponticello, raggiungiamo il bivio per Prabello che avevamo incrociato nella salita. Ora non rimane altro che percorrere il breve tratto di mulattiera che ci riporta al punto di partenza.