Ciaspolata alla baita Cardeto Flavio Rodigari
Ad un certo punto ho persino pensato d’esser morto, di esser finito sul fondo di un precipizio, talmente forte e d’improvviso da non aver avuto neppure il tempo di accorgermi dello schianto o di piangere sul mio corpo stramazzato al suolo.
Lo spirito viandante, quello che probabilmente aveva segnato sino a quel momento il mio camminare, liberatosi del fardello umano, continuava la mia vita, procedendo lungo il medesimo sentiero, meravigliandosi ancora una volta, forse l’ultima, della bellezza dei luoghi montani e delle cime circostanti.
Scatto dopo scatto, infatti, correvo e mi posizionavo nel punto prefissato in attesa dello scadere di quella manciata di secondi che concludeva l’autoscatto. Immancabilmente, ritornavo verso la reflex e m’accorgevo, sempre più col cuore in gola, che quell’ambiguo coniugarsi di tempi e diaframma, aveva soltanto riprodotto la composizione poco prima osservata nel mirino ma non la sagoma del mio corpo, della quale, inspiegabilmente, non v’era traccia.
Provavo e riprovavo, tornavo e ritornavo nello stesso punto, quello che avevo segnato nella neve e quello in cui la reflex avrebbe dovuto certamente immortalarmi, ma col medesimo esito: lo scatto, inesorabile, si ostinava a mostrarmi la panoramica composizione ma non la sagoma del mio corpo. Ero divenuto soltanto uno spirito viandante.
Mi fermo qui, il divertente finale lo conosco ed il pensiero ancora mi fa sorridere. Preferisco però che sia la magia del mio “vivere con la testa tra le nuvole” a concludere e sfumare questo breve pensiero e la divertente giornata alle Baite del Cardeto.
Descrizione del percorso
Parcheggiata l’autovettura nei pochissimi posti disponibili all’inizio di via Mons. Morstabilini in frazione Ripa Alta di Gromo (…in alternativa è possibile partire più in basso, lasciando l’autovettura presso il parcheggio antistante la chiesa parrocchiale di Ripa Bassa di Gromo), imbocchiamo a destra la bella mulattiera contraddistinta dal sentiero CAI 233 che segue parimenti le indicazioni per la Baita Cardeto – Flavio Rodigari.
Si sale molto facilmente fiancheggiando abitazioni e cascine ben ristrutturate e mentre il panorama si apre alla nostra sinistra sul sottostante abitato Gromo, ai cui fa sfondo l’imponente Monte Secco, difronte lo scenario regala lo spettacolare palcoscenico dei Giganti delle Orobie: il Pizzo Redorta ed il Pizzo Coca.
Proseguiamo in salita lungo la mulattiera sin quando la stessa cede il passo ad un largo sentiero che pian piano si alza nel fitto bosco sino ad uscirne all’altezza della Baita Nedulo dove, quindi, possiamo continuare lungo la dolce salita al cospetto della mole del Monte Grabiasca.
Con ampio semicerchio in falsopiano raggiriamo, tra radi arbusti che spuntano dal manto nevoso, le pendici della lunga Costa d’Agnone, sino a sbucare nell’ampia conca che accoglie i Laghi e le Baite di Cardeto.
Una breve discesa che attraversa il mite torrente ed ecco raggiunti il Lago Basso ed il Lago di Mezzo di Cardeto completamente coperti dal ghiaccio mentre sul fondo spunta l’omonima Baita Bassa. Teniamoci a destra dell’ampia conca e con breve ma dolce salita proseguiamo lungo il sentiero che volge verso il Passo Portula.
Un ultimo sforzo e, raggiunto il promontorio panoramico sul quale sorge la Baita Cardeto – Flavio Rodigari, possiamo finalmente godere dell’anfiteatro montano che circonda quest’ampia conca a cominciare dall’imponente e vicinissimo monte Madonnino.