Ciaspolata verso il Monte Arete
Nonostante tutto. Nonostante il fortissimo vento che, incessante, accarezzava le cime della conca di San Simone spolverandole della poca neve caduta. Nonostante la rigida temperatura che, pur con un bel paio di guanti non proprio della domenica, penetrava tra le dite delle mani rendendole insensibili e doloranti.
Nonostante non abbia avuto l’audacia, e forse l’incoscienza, di raggiungere la facile vetta del Monte Arete coperta da un instabile manto nevoso ancor tutto da tracciare. Nonostante tutto ciò, lo stare in mezzo ai monti regala sempre un’emozione straordinaria.
Descrizione del percorso
L’itinerario è quello classico con partenza dalla località Cambrembo di Valleve dove, lasciata l’autovettura appena oltre la chiesetta, o ancor meglio al primo tornante dopo la chiesetta, imbocchiamo il sottostante sentiero 112 CAI. Dopo la breve discesa alla località Forno, tralasciamo le indicazioni verso il Passo Tartano e, passato un breve ponticello, risaliamo la carrareccia a destra che raggiunge una bella e soleggiata baita ristrutturata.
Abbandoniamo la carrareccia per seguire il sentiero che si alza a sinistra e risale ora nel fitto bosco. Poco oltre, la traccia prosegue nel bel mezzo di quello che pare un ampio canalone e lo risale sino all’evidente punto in cui piega nettamente verso destra.
Si sale sempre con moderata pendenza e qualche zig zag sino a quando, finalmente usciti dal bosco, si prosegue su spazi aperti che precedono la baita Nuova ed il vicino ricovero animali.
Risaliamo alle spalle del ricovero animali, ora su pendenza che si fa molto accentuata, mentre alle nostre spalle si aprono gli spettacolari panorami sulla conca di San Simone: il Pegherolo, il monte Cavallo ed il passo San Simone che lo divide dalla cima Siltri.
Stretti zig zag aiutano a guadagnare velocemente quota sino a quando, raggiunta la dorsale, la pendenza si appiana consentendoci di quindi di ammirare il bel panorama sul Monte Arete, proprio difronte a noi.
Pieghiamo a sinistra ed affrontiamo il primo ripido dosso nevoso che ci consente di raggiungere l’ampia dorsale che precede la cresta del Monte Arete. La prosecuzione lungo la dorsale consente di affrontare un ulteriore dosso nevoso e quindi la facile cresta che precede la vetta.
Felice ed appagato dallo splendore del paesaggio, per oggi mi fermo su questa prima altura ad ammirare il vicino Monte Arete sulla cui cima sbuffano vortici di neve sollevati dal forte vento; la faticosa tracciatura di tutto il percorso ma soprattutto la neve che non regge la ciaspolata pare invitino a rinviare la conquista della cima e, almeno per stavolta, preferisco accogliere quest’invito.
L’ennesimo insegnamento della montagna mi ricorda che, soprattutto nel periodo invernale, la “classica ciaspolata” sul “classico monte panettone” a volte può risultare impegnativa, più del solito, e raggiungere la facile vetta può presentarsi come qualcosa che, saggiamente, è meglio rimandare ad altro giorno. Il forte vento, il freddo ed il gelo, il manto instabile ed ancor tutto da tracciare hanno infatti prevalso sulla conquista del Monte Arete che era proprio lì, distante pochi passi, ma che certamente ritroverò ancora domani.