Ciaspolata sul Monte Frerone
Inizio questo nuovo anno facendo la parte “dell’imbucato” e mi inserisco – a breve distanza – in un gruppo di scialpinisti anche loro diretti sulla cima del Monte Frerone. La meta è una classica degli scialp che affrontata con ciaspole ai piedi richiede quel pizzico di attenzione in più, soprattutto nella parte finale che porta alla vetta: sono d’obbligo i ramponi, almeno per la discesa in sicurezza di questo ripido tratto ghiacciato.
Il resto è un’incantevole passeggiata completamente immersi nella bianca polvere, con saliscendi su dune innevate che tanto assomigliano ad un infinito deserto di sabbia. Il miraggio della meta che sin dall’inizio appare inarrivabile all’orizzonte, con un poco di fatica – ampiamente ripagata in seguito – diverrà realtà dopo almeno tre ore di piacevole ciaspolata. Tutt’attorno ci sono le alte cime della Val Fredda e della Val Cadino che mute ci osservano bonariamente.
Descrizione del percorso
Per raggiungere il punto di partenza di questa ciaspolata occorre percorrere la stretta strada provinciale che da Bienno risale in direzione del Passo Crocedomini. Raggiunta la località di Bazena di Breno si parcheggia nell’ampio spazio antistante lo storico rifugio Tassara: qui la strada è chiusa al traffico a causa della neve.
Lasciata l’autovettura ci inoltriamo nell’innevato vallone con direzione nord, seguendo la traccia di scialp e ciaspolatori che ricalca di pari passo la larga mulattiera estiva verso il Rifugio Tita Secchi indicata col segnavia 18. Risalito un costone e raggiunto un piccolo valico veniamo catapultati nell’ampia conca della Val Fredda: un susseguirsi di dune nevose contornato dalle alte cime bianche che lasciano senza respiro. Teniamoci verso sinistra ed in lieve discesa raggiungiamo la vicina Malga di Valfredda.
Proseguiamo percorrendo le tracce lasciate da altri escursionisti prima di noi, mantenendoci verso il centro della vallata. Il miraggio del Monte Frerone è proprio davanti ai nostri occhi e ci indica la direzione da seguire. Risalita un’altura, discendiamo dal versante opposto e, tralasciata l’eventuale traccia che volge verso il Rifugio Tita Secchi, imbocchiamo l’ampio canalone che risale verso il Costone di Valbona.
Inizia ora un faticoso susseguirsi di zig zag più o meno ampi che prendendo velocemente quota regala di contro un piacevole panorama circostante. Risaliamo con fatica spostandoci infine verso destra e, raggiunto il culmine, entriamo nello spettacolare anfiteatro ai piedi del versante ovest del Monte Frerone. In nessun altro luogo ho avuto l’impressione di sentirmi davvero tanto piccolo: siamo immersi nell’infinito spazio contornato da una barriera invalicabile di montagne.
Risalito parzialmente questo bianco anfiteatro, pieghiamo a destra e (…valutata la possibilità di utilizzare i ramponi) con numerosi zig zag risaliamo il versante ovest del Monte Frerone, sino a raggiungere il colletto che adduce alla cima. Pochi passi ancora ma già la fatica è magicamente scomparsa: eccoci in vetta, a quota 2673 metri di altitudine. Inutile descrivere lo spettacolo che riserva la conquista di una vetta come il Monte Frerone, occorre raggiungerla – anche con non poca fatica – e giunti in vetta fermarsi a contemplare questo spettacolo della natura, cercando magari di riconoscere le cime già salite e quelle che ancora attendono il nostro arrivo.