Ciaspolata sul Monte Vaccaro
Non è una meta particolarmente frequentata e neppure tanto conosciuta. In inverno, nella medesima area orobica della valle Seriana, sono sicuramente più rinomate le vette della Presolana, del Timogno, del Monte Pora, del Visolo, del Grem e dell’Arera; eppure questo “sconosciuto” Monte Vaccaro racchiude in sé tutte le caratteristiche per non sfigurare al confronto con i Giganti Orobici: è una vetta che sfiora i duemila metri di altitudine, la sua affilata e panoramica cresta ricorda a grandi linee quella del Grem ed i suoi dolci pendii si prestano favorevolmente a scialpinisti e ciaspolatori, ai suoi piedi abbiamo l’appoggio di un curatissimo rifugio ubicato in un’ampia zona aperta e soleggiata. Il resto è tutto da scoprire!
Descrizione del percorso
Non è una meta particolarmente frequentata e neppure tanto conosciuta. In inverno, nella medesima area orobica della valle Seriana, sono sicuramente più rinomate le vette della Presolana, del Timogno, del Monte Pora, del Visolo, del Grem e dell’Arera; eppure questo “sconosciuto” Monte Vaccaro racchiude in sé tutte le caratteristiche per non sfigurare al confronto con i Giganti Orobici: è una vetta che sfiora i duemila metri di altitudine, la sua affilata e panoramica cresta ricorda a grandi linee quella del Grem ed i suoi dolci pendii si prestano favorevolmente a scialpinisti e ciaspolatori, ai suoi piedi abbiamo l’appoggio di un curatissimo rifugio ubicato in un’ampia zona aperta e soleggiata. Il resto è tutto da scoprire !
La partenza avviene da Parre, in Val Seriana, e, precisamente, al termine di via Campella ove, dopo una ripida salita, raggiunto l’imbocco della strada agro – silvo – pastorale, è possibile parcheggiare l’autovettura. Seguendo le indicazioni CAI proseguiamo lungo quella strada che, inizialmente in moderata discesa, riprende poi a salire ed in breve raggiunge l’imbocco – a sinistra – del sentiero 241 CAI che andremo a percorrere.
Proseguendo ci inoltriamo nel bosco e, con moderata pendenza, su un largo sentiero in parte ciottolato, raggiungiamo in circa mezz’ora abbondante la chiesa di Sant’Antonio sul monte di Alino. Ora gli spazi si fanno più ampi ed aperti sui verdi pascoli prativi. Imboccando nuovamente la carreggiata asfaltata, risaliamo con comoda camminata superando alcune abitazioni rurali, alcune delle quali trasformate oggi in vere e proprie reggie. A seconda dell’innevamento, indossiamo le nostre ciaspole e, superato il bel roccolo tutelato dalla Regione Lombardia, raggiungiamo la prima baita (o baita bassa). Ancora in ampio tornante ed ecco difronte a noi il massiccio del Monte Vaccaro.
Proseguiamo verso la seconda baita (o baita di mezzo) che già intravediamo poco più in alto mentre alla sinistra notiamo l’inconfondibile e ben curato Rifugio Vaccaro. Con maggiore pendenza, passiamo alle spalle della seconda baita e, seguendo il tracciato di altri escursionisti, raggiungiamo la base del Monte Vaccaro. Una lunga traversata verso destra e raggiungiamo la cresta che, con non poca fatica, risaliremo sino a raggiungere la vetta a quota 1957 metri di altitudine.
Nota: L’ultimo tratto di cresta è abbastanza affilato e, pertanto, richiede maggior impegno ed attenzione. L’arrivo direttamente con le ciaspole è da valutare a seconda delle condizione della neve. In quest’occasione ho preferito toglierle qualche metro prima e raggiungere la vetta con i soli scarponi anche se, essendo un tratto particolarmente ghiacciato, sicuramente era meglio avere anche un paio di ramponcini.