Ciaspolata su Aralalta e Pizzo Baciamorti
Una vetta non particolarmente elevata quella del monte Aralalta la cui cresta si confonde con il vicino Pizzo Baciamorti ma che, per la sua peculiare posizione geografica, è un invidiabile balcone sulle più importanti vette orobiche e non solo. Lungo il percorso potremo infatti godere dell’immensità dei “vicini” Venturosa e Cancervo, del Resegone e delle Grigne, e, giunti in vetta, della maestosità del Pizzo Tre Signori, del Sodadura, dell’Arera, del Disgrazia ed oltre.
Descrizione del percorso
Solitamente il punto di partenza di quest’escursione è la località dei Piani di Quindicina (1330 mt.) che raggiungiamo girando a destra una volta giunti alle porte della frazione di Pizzino in Taleggio (930 mt.). Purtroppo le condizioni d’innevamento non hanno permesso di percorrere quei tre kilometri circa di strada carrale, e soprattutto quei 400 metri di dislivello, che dividono i Piani di Quindicina dalla frazione di Pizzino ove quindi ha inizio la ciaspolata.
Calzate le ciaspole seguiamo pertanto la strada carrale che, passando dalla località Areghiglio, segue verso i Piani di Quindicina ed imbocca a sinistra il segnavia 120 CAI. Seguendo il sentiero in lieve pendenza, solitamente già battuto da scialpinisti e ciaspolatori, raggiungiamo a breve la Baita di Foppa Lunga (1560 mt.) posta in un’aperta zona pascoliva. Già da questa posizione è possibile ammirare l’imponente versante bergamasco del Resegone.
Risaliamo ora verso destra sino a raggiungere gli immensi ed aperti Piani d’Alben da dove è possibile ammirare i colossi del Cancervo e del Venturosa ma anche le principali vette orobiche. In breve raggiungiamo il già visibile Rifugio Gherardi (1650 mt.), solitamente aperto in inverno nei fine settimana, dove, approfittando di una breve sosta, possiamo contemplare i massicci del Resegone e delle Grigne, i Piani di Artavaggio ove sorge il visibile Rifugio Cazzaniga, poco più a destra il Sodadura mentre alla nostra destra la meta: il Monte Aralalta ed il Pizzo Baciamorti.
Ciaspolando con comoda andatura e lieve dislivello proseguiamo alle spalle del Rifugio Gherardi ed in pochi minuti raggiungiamo il rifugio, dall’inconfondibile colore rosa, intitolato a Cesare Battisti (1685 mt.).
In condizioni favorevoli il sentiero prosegue alla destra dell’ex Cesare Battisti attraversando a mezza costa un canalone detritico nel quale occorre fare particolarmente attenzione, seppure recentemente sistemato. Le condizioni d’innevamento però non permettono di proseguire in tal direzione e, seguendo ancora la traccia già battuta, oltrepassiamo, non con poca fatica, la ripida altura alle spalle dell’ex Rifugio Cesare Battisti che, passando tra pini mughi e lungo una sottile cresta, ci permette di raggiungere la Baita Regina e quindi la Bocchetta Regadur (1853 mt.).
Proseguendo lungo un pianoro che ci consente di riprendere fiato, raggiungiamo la Baita Cabretondo (1869 mt.). Seguendo un andamento a zig-zag, risaliamo ora la spalla del Monte Aralalta e, con ripida pendenza e non poca fatica, passando lungo un tratto in cresta, raggiungiamo la vetta (2006 mt.). Continuiamo per un altro centinaio di metri circa e raggiungiamo la vetta del Pizzo Baciamorti (2009 mt.) dove la Madonnina del C.E.A. ci farà compagnia nell’ammirare un panorama che sembra non avere confini.
Purtroppo è già ora di ritornare…