Ciaspolata sul Piz Tri
Al riparo dal pericolo slavine, oggi indicato con grado di pericolosità marcato, il Piz Tri è una classica invernale, soprattutto per scialpinisti, che, seppure non proprio “fuori porta” per chi, come me, proviene dall’ambiente orobico, offre la possibilità di una ciaspolata di tutta soddisfazione tra spettacolari ed infiniti panorami e la magia del bosco innevato nella quale si sviluppa gran parte dell’escursione.
Descrizione del percorso
Al riparo dal pericolo slavine, oggi indicato con grado di pericolosità marcato, il Piz Tri è una classica invernale, soprattutto per scialpinisti, che, seppure non proprio “fuori porta” per chi, come me, proviene dall’ambiente orobico, offre la possibilità di una ciaspolata di tutta soddisfazione tra spettacolari ed infiniti panorami e la magia del bosco innevato nella quale si sviluppa gran parte dell’escursione.
Ci troviamo nella bellissima Valcamonica e, precisamente, nel piccolo borgo di Loritto, frazione di Malonno, raggiungibile seguendo la strada che dalla provinciale per Edolo sale a sinistra per pochi chilometri. Qui avviene la partenza della nostra ciaspolata.
Oltrepassato l’abitato, proseguiamo sino a dove termina la strada asfaltata ed inizia lo sterrato. Quindi, parcheggiata l’autovettura in prossimità di una rurale abitazione alla nostra destra, indossate le ciaspole se la neve già lo consente, percorriamo un breve tratto di quella sterrata sino alla prima segnaletica che mostra di proseguire a sinistra, indicando in quattro ore il tempo per raggiungere il Piz Tri.
Con moderata pendenza proseguiamo lungo la strada che, addentrandosi nel fitto bosco, raggiunge una successiva indicazione del segnavia 95A. Qui è possibile scegliere se proseguire seguendo il sentiero a sinistra, sicuramente più insidioso dal punto di vista del ghiaccio, oppure continuare verso destra lungo la comoda strada che, allungando di poco il percorso, risulta però più ciaspolabile. Comunque sia, poco oltre, superate alcune baite, entrambe le vie percorribili si uniscono nuovamente in un’unica traccia nella neve.
Proseguendo lungo il tracciato sempre ben battuto da altri escursionisti prima di noi, raggiungiamo una zona con meno vegetazione e dagli spazi più aperti, con la presenza di alcuni ampi pianori che nascondono, nel periodo invernale, alcuni bei laghetti.
Ci troviamo nella cosidetta zona dei laghetti, a quota 1900 metri circa di altitudine; difronte a noi è chiaramente visibile la dolce sagoma del massiccio del Piz Tri.
Il sentiero, ora piuttosto pianeggiante e quasi privo di vegetazione, piega leggermente verso sinistra sino a raggiungere il dorso della montagna. Con decisa pendenza e non poca fatica, percorriamo questa sicura dorsale sino a raggiungere la vetta a quota 2303 metri. Lo spettacolo è sicuramente garantito dall’ampio panorama sulle montagne della media valle Camonica e sulle principali vette del pizzo Badile Camuno, dell’Adamello e le più vicine pareti del monte Aviolo.