Ciaspolata in Val Terzera
La primavera è già alle porte ma, contrariamente al solito, il finire dell’inverno mi vede ancora molto affezionato alle ciaspole ed entusiasta di percorrere nuovamente qualche divertente saliscendi nevoso. Difficile staccarsi da quel magico ambiente che le abbondanti nevicate han modellato smussandone gli spigoli ed addolcendone i profili.
Devo esser svelto, però! Immagino già il rinvigorirsi dei torrenti che scendono a valle e le baite sommerse che cominciano a sbucare oltre la coltre bianca. Immagino già primule, bucanevi e crocus che si fan largo dove la neve comincia la sua ritirata. Mentre tutto si scioglie.
Bè, in Val Terzera c’è ancora tanta di quella neve che la primavera si respira solo nel tiepido venticello che soffia sul paesaggio completamente innevato. Le baite dormono ancora sotto l’enorme peso della neve e neppure lo gnomo in legno che sorveglia la baita Costa Piana se la sente di far capolino.
Descrizione del percorso
La ciaspolata segue, a larghe spanne vista l’abbondanza di neve, il medesimo percorso del sentiero delle Casere e, quindi, prende il via appena prima del Rifugio Madonna delle Nevi in Mezzoldo. Oltrepassato il primo ponte sul torrente, ci inoltriamo nel pianoro innevato denominato “pià dè la rasga”. Lasciato a destra un secondo ponticello, attraversiamo quello successivo e, seguendo le indicazioni apposte su un tronco d’albero, iniziamo la salita attraverso il bosco.
Giunti all’incrocio con la soprastante mulattiera, che coincide con il segnavia 115 CAI, la seguiamo verso sinistra ora con moderata salita attraverso un ambiente molto più aperto. Una volta raggiunto un altro ampio pianoro, attraversato nuovamente un torrente, pieghiamo a destra risalendo un altro breve tratto in marcata pendenza sino a dove la Val Terzera inizia la sua apertura verso il Monte Cavallo.
Poco oltre, tra dossi nevosi che si alternano in continuazione creando un paesaggio davvero fiabesco, eccoci giunti presso la Casera Terzera, a circa 1500 metri di quota. Proseguiamo ancora un tratto oltre la baita a seconda delle condizioni della neve e quindi pieghiamo nettamente a sinistra al fine di raggiungere, appena visibile nell’abbondante coltre nevosa, il ricovero animali.
Proseguiamo verso sinistra con un lungo traverso e, non appena possibile, risaliamo a destra sino a raggiungere un soprastante pianoro ove è ubicata la seconda casera, quella di Costa Piana.
Il panorama già gratificante, dopo aver messo a tacere ogni stanchezza, esorta ad una lunga sosta contemplativa su tutto l’arco orobico fatto dalle vette del monte Cavallo, della cima Siltri ed a seguire dei monti Fioraro e Segade, per concludere con i più lontani monti di Ponteranica e del Valletto.
Dopo la meritata sosta, valutate ancora una volta le condizioni dei vicini versanti innevati, possiamo proseguire oltre la baita Costa Piana e scendere, poco oltre, verso sinistra sino a penetrare nella fitta boscaglia. Continuiamo trasversalmente, pressoché in falsopiano, sino a sbucare nuovamente in un’ampia distesa aperta, appena prima dei ripidi versanti della cima Siltri, dove, immersa quasi totalmente nella bianca neve, troviamo l’omonima casera.
Non conviene proseguire oltre a causa del pericolo di scariche nevose dai ripidi versanti montani di destra che, volgendo a sud-est, sono ora baciati dal caldo sole. Possiamo quindi decidere di tornare indietro e percorrere a ritroso il sentiero di salita oppure, molto più facilmente ma completamente fuori sentiero e pertanto con la necessità di avere senso dell’orientamento, possiamo scendere a valle lasciando a destra la casera Siltri. In quest’ultima ipotesi, nuovamente tornati nel fitto del bosco, non dobbiamo far altro che scendere a larghi zig zag sino a valle e al sottostante fiume Brembo di Mezzoldo che, fiancheggiato sulla sponda sinistra orografica, ci condurrà sino alla piana“pià dè la rasga”.