Disgelo ai Laghi di Valgoglio
Sul finir della primavera, a pochi giorni dall’inizio dell’estate 2014, in una di quelle calde giornate che i meteorologi si divertono a chiamare oggi coi nomi più assurdi; quella era l’ondata di caldo dedicata a Ciclope. Solo io so quante volte l’ho nominato invano quel simpatico mito greco!
Ciclope a parte, salendo da Valgoglio verso la conca costellata dalle numerose e preziose perle orobiche, che col loro lucente specchio d’acqua spesso riflettono le cime orobiche tutt’attorno, pareva di passare dall’inferno al paradiso, o meglio al frigorifero. Si, perchè nonostante quei pochi giorni dall’inizio della stagione estiva, la conca dei laghi di Valgoglio si presentava ancora tutta ammantata di bianco e l’abbondante neve scesa lo scorso inverno ricopriva ancora gran parte del percorso mentre quegli specchi d’acqua sostituivano i tanto attesi riflessi orobici con scenari antartici dove mancavano solo i pinguini.
Con l’aiuto dei miti che man mano si alterneranno nella stagione più calda dell’anno vi sarà pure il tempo per il completo disgelo. Nel frattempo godiamoci la conca dei Laghi di Valgoglio così com’è, con quelle spettacolari grafie sulla dura crosta ghiacciata dei laghi più estesi mentre tutt’attorno le cime orobiche lasciano il freddo manto bianco solo sui versanti esposti a meridione.
Descrizione del percorso
Itinerario alpino molto conosciuto, ma che val sempre la pena di riproporre, con partenza dalla località Bortolotti in Valgoglio (…attenzione alla poche possibilità di parcheggio libero mentre invece ci sono spazi a pagamento poco sopra, in località Becc).
Imboccato il segnavia nr. 228 – 268 CAI, lungo la strada inizialmente asfaltata, si prosegue poi nel fitto bosco con modesta salita che fiancheggia a tratti la condotta dell’Enel che scende a valle. Giunti all’incrocio con la carrareccia proveniente da Sant’Antonio di Valgoglio, pieghiamo a sinistra e, superata una fonte dell’acqua fresca, proseguiamo in leggera salita sino all’uscita dal bosco.
Al successivo bivio sentieristico proseguiamo diritti (…si scenderà da destra con il sentiero di ritorno) e, tornati in un bosco più rado, iniziamo la salita che velocemente ci porta a superare un buon dislivello e raggiungere infine le costruzioni dei custodi Enel.
Pieghiamo a sinistra passando fra le baite e riprendiamo il sentiero, ora classificato col nr. 268 CAI, che sale con alcuni stretti tornanti sino a poco prima della Capanna Giulia Maria dalla quale, piegando a destra, raggiungiamo in breve la Capanna Lago Nero.
Lasciata alle spalle la Capanna Lago Nero, proseguiamo lungo la breve ma ripida salita che ci consente di raggiungere la soprastante diga ed il bacino del Lago Nero. A debita distanza seguiamo il margine alto del bacino sino a raggiungere, dopo breve discesa, il successivo Lago di Aviasco con la spettacolare piramide che sovrasta queste acque ancora quasi completamente ghiacciate. La diga del Lago di Aviasco potrebbe rivelarsi un ottimo punto in cui effettuare una prima sosta e dalla quale, una volta attraversata, è possibile raggiungere – neve permettendo – la quota che s’alza al suo fianco (…occorre proseguire poche decine di metri lungo il sentiero nr. 229 CAI che porta al Passo di Aviasco e poi risalire la quota a destra) dalla quale è possibile ammirare uno straordinario panorama sulla conca dei Laghi di Valgoglio.
Riprendiamo il cammino dalla diga del Lago di Aviasco e, con moderata discesa, proseguiamo verso l’interno della conca dei laghi. Superato un tratto in ripida discesa, attrezzato con alcuni spezzoni di catena, giungiamo alla base della conca dalla quale occorre risalire brevemente sino a raggiungere i laghi Campelli Alto e successivamente quello dei Campelli Basso.
Proseguiamo a mezza costa sino a fiancheggiare un tratto più esposto ove inizia una ripidissima scalinata che in discesa ci consente di raggiungere il Lago del Cernello e l’omonimo rifugio – baita. In questo punto la meritata sosta è allietata dalle cime del monte Segnale e, più a sinistra, del Monte Madonnino.
Si prosegue ora su segnavia nr. 228 CAI che mantenendosi inizialmente alto oltrepassa il Lago Succotto e quindi discende piegando a destra sino a raggiungerne le sue rive. Dal punto in cui si raggiunge la riva del bacino è possibile piegare a sinistra su sentiero ben tracciato, ma non classificato dal CAI, che scendendo a tratti ripido si avvicina alle baite del monte Agnone ed infine ritorna al bivio sentieristico incontrato nella salita dove non resta altro che discendere a sinistra per tornare al punto di partenza.