Eremo San Valentino: monti Comer e Denervo
Lascio alle spalle la trafficata gardesana occidentale e, ancor prima, quell’impalpabile foschia che, in quest’inverno avido di neve e precipitazioni, si confonde con le polveri sottili che ormai da troppo tempo attanagliano la sconfinata pianura padana.
Oltre l’abitato di Sasso, la lenta ed erta scarpinata, sempre a strapiombo sullo spettacolare panorama del lago di Garda, anticipa la difficoltosa discesa tra enormi gradoni di pietra che mi conduce innanzi ad un piccolo e vetusto portoncino: oltre quella soglia, dove il silenzio vien rotto solo dal cigolare delle arrugginite cerniere e dallo sfilare del contrappeso che al mio passaggio ne assicurerà la chiusura, è palpabile quell’atmosfera mistico-religiosa che, certamente, deve aver affascinato anche El Romet di San Valentì, Geremia Palladini, l’ultimo eremita di quello che allora era conosciuto solo col nome di oratorio di Sasso. Una ripida e stretta gradinata scavata nella roccia, che l’eremita percorreva col suo sacco ed il suo bastone e che oggi io m’accingo a percorrere con zaino e bastoncini da trekking, è l’ultima fatica prima di giungere ai piedi del panoramico Eremo di San Valentino dove, quindi, sarà finalmente possibile lasciarsi condurre indietro nel tempo di quasi quattro secoli, ovvero sin quando, nel lontano 1630, quell’Eremo fu edificato dagli abitanti di Gargnano che, per sfuggire al dilagare della peste, si rifugiarono tra quelle severe pareti rocciose ed ancor più su, sulla cima Comer ed anche sul monte Denervo dove questa facile escursione prosegue col suo lento cammino.
Descrizione del percorso
Partenza dall’abitato di Sasso, raggiungibile percorrendo la strada provinciale nr. 9 che da Gargnano risale verso il Lago d’Idro e Valvestrino e che viene abbandonata dopo circa sette chilometri, in prossimità del camping “Il giglio”, per la deviazione a destra che in breve conduce sino all’area di sosta posta all’ingresso del paese.
Parcheggiata l’autovettura, imbocchiamo l’acciottolata via Sasso che si addentra nel paese sino ad un’antica fontana dove, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche, imbocchiamo il segnavia 31 CAI con direzione dell’Eremo di San Valentino e della Cima Comer.
Il percorso, dopo aver fiancheggiato le ultime case, prosegue lungo una ripida ed a tratti malagevole mulattiera che, sempre molto panoramica, raggiunge – dopo quasi mezz’ora di cammino – il bivio sentieristico per l’Eremo di San Valentino. Pertanto, lasciata a sinistra la prosecuzione del segnavia 31 CAI per la Cima Comer (…da questa direzione sbucheremo al ritorno per concludere il giro ad anello), proseguiamo a destra sullo storico percorso per l’Eremo.
Dopo un primo tratto pianeggiante, il sentiero si inabissa in un ripido e stretto canale roccioso e con alti gradoni di roccia serpeggia con stretti zig zag perdendo pochi metri di quota prima di riprendere il falsopiano che, aggirata una parete rocciosa, conduce sino al fatidico portoncino in legno che, chiuso, impedisce la prosecuzione lungo il sentiero.
Basta solo una lieve spinta, il cigolio delle cerniere arrugginite e lo sfilare del contrappeso che oltre la soglia ne consentirà nuovamente la chiusura, sono i rumori che anticipano il nostro ingresso in quell’angolo di quiete frammisto ad un’atmosfera mistico – religiosa. Una stretta gradinata ricavata nella roccia ci consente di risalire pochi metri sino al terrazzamento panoramico sul quale troviamo, candido e celestiale nel suo abbraccio alla grigia e severa parete, l’antico Eremo di San Valentino (…40 minuti dalla partenza).
Una piccola cappella, una sacrestia, due stanzette ed un ripostiglio è tutto ciò che compone il piccolo Eremo di San Valentino, ciò che i superstiti alla peste del 1630 edificarono come voto dopo aver avuta salva la vita trovando rifugio tra quelle severi pareti rocciose, ciò che l’ultimo eremita – Geremia Palladini – utilizzò come ultima dimora e ciò che oggi è affidato alla pietà ed alla civiltà dei visitatori.
Dopo la meritata sosta, riprendiamo il cammino e, percorsi pochi metri oltre l’Eremo di San Valentino, imbocchiamo il breve tratto attrezzato (…per Escursionisti Esperti) denominato “San Valentino – Dito”. Si sale senza troppe difficoltà, piccoli al cospetto dell’imponente Pulpito roccioso che si alza severo alla nostra destra e che fra poco raggiungeremo. La progressione nel ripido e stretto canalino è comunque agevolata da alcune funi passamano.
Terminata la ripida ascesa, il sentiero, in parte ancora attrezzato con funi, prosegue verso destra e, con brevissima deviazione indicata su una roccia, raggiunge l’aereo Pulpito sul quale spicca una piccola croce in legno. Il percorso, sempre molto panoramico, su questo Pulpito offre il meglio di sé con ampie vedute sul sottostante lago di Garda, sulle vicine cime del Baldo, del Castello di Gaino e del Pizzocolo ed infine sulla prossima tappa, la cima Comer.
Riprendiamo il cammino facendo pochi passi a ritroso, sino alla precedente deviazione per il Pulpito, e proseguiamo lungo il facile ma breve tratto pianeggiante che si innesta nuovamente sul segnavia 31 CAI.
Seguendo l’indicazione posta su roccia e tralasciata la successiva deviazione a sinistra per Briano ed il Rifugio degli Alpini (…segnavia 31/A CAI), continuiamo la camminata in direzione della Cima Comer.
Il sentiero, che ora acquista maggiore pendenza e non la perderà sino all’arrivo in vetta, prosegue attraverso la fitta boscaglia concedendo a tratti ancora ampi panorami sul lago di Garda.
Un grande ripetitore ed una successiva anomala struttura in legno che funge da balcone panoramico, anticipano l’arrivo in vetta alla Cima Comer, a quota 1279 metri di altitudine, dove la consueta croce metallica e qualche panca per rilassarci ci faranno compagnia nella contemplazione di tutto il panorama circostante.
Dirimpetto, sul versante opposto alla nostra salita, ci attende la prossima meta, il Monte Denervo che ci apprestiamo a raggiungere proseguendo lungo il segnavia 31 CAI che, lasciata alle spalle la croce di vetta, prosegue comodamente in discesa.
Tralasciamo tutte le varie deviazioni, a destra e sinistra, verso i borghi adagiati a valle e proseguiamo diritti, seguendo le indicazioni di quello che ora è divenuto il segnavia 32 CAI. Il sentiero, che abbandonata la comoda discesa ha ripreso vigore nella faticosa salita, prosegue ancora attraverso la fitta boscaglia del versante del Monte Denervo, sino al passaggio sotto un traliccio elettrico e quindi all’arrivo in vetta, a quota 1459 metri di altitudine, dove una piccola croce contrassegna un ottimo punto panoramico.
Riprendiamo il lungo giro ad anello proseguendo oltre la croce del Monte Denervo e, mantenendoci sempre lungo il segnavia 32 CAI, oltrepassiamo un grande rudere. Poco oltre, dopo un tratto in lieve discesa, il sentiero scende tra ampie radure sino alla Malga Denervo, a quota 1372 metri di altitudine, altro ottimo punto panoramico verso tutte le cime circostanti, sino alle dolomiti di Brenta.
Davanti alla malga, troviamo il crocevia di sentieri per Muslone e Piazze (…segnavia 35 CAI), il senter del vèc Fobia (…segnavia 39 CAI) ed il sentiero per l’Eremo di San Valentino e Sasso (…segnavia 31 CAI). Prendiamo quest’ultimo e, con comoda discesa nel bosco, raggiungiamo la località Briano.
Senza però raggiungere la strada asfaltata, una volta scesi a fondovalle, all’altezza della recinzione di una proprietà privata, pieghiamo verso sinistra percorrendo il sentiero pianeggiante che la fiancheggia. Poco sotto, parallelamente, notiamo la strada di Briano sulla quale, poco dopo, inevitabilmente ci collegheremo.
Pertanto, una volta che il sentiero è confluito nella strada asfaltata, seguiamo quest’ultima verso sinistra e, poco oltre il bivio per il rifugio Alpini di Gargnano (…presenti indicazioni anche per la Cima Comer attraverso altra via di salita), pieghiamo a sinistra in corrispondenza di altra segnaletica sentieristica, quella che indica la direzione per l’Eremo di San Valentino e Sasso (…rispettivamente indicati con i tempi di 41 minuti ed un’ora). Si tratta nuovamente del segnavia 31 CAI che seguiremo in discesa sino a quando questo sbucherà al primo bivio sentieristico incontrato nella mattinata dopo la partenza da Sasso. Da quest’ultimo bivio non resterà che far ritorno sino al punto di partenza, la località Sasso di Gargnano.