Invernale sul Grignone
Meta gettonatissima in quest’ultimo periodo, meta ambita anche per la croce di vetta totalmente cristallizzata dal ghiaccio, il Grignone, o Grigna Settentrionale, è una cima alla quale è difficile resistere. Un’ascesa alpinistica che si gusta pian piano, soprattutto nel tratto oltre i Comolli, lungo il cosiddetto muro che porta alla cresta sommitale. Qui la pendenza raggiunge quasi i 45 gradi e, gioco forza, sei costretto ad andare a passo lento. Non c’è niente di meglio che questo faticoso slow-motion per gustare i panorami circostanti: a sinistra la Grignetta mentre basta solo girarsi un poco per vedere il Resegone, le Orobie, ed infine il Legnone che chiude questo girotondo di cime.
Descrizione del percorso
Partenza dalla Chiesina del Sacro Cuore, raggiungibile dalla località Colle Balisio di Ballabio, dove, imboccata la via Grassi Lunghi – che poco dopo diviene una carrareccia molto stretta e spesso ghiacciata, possiamo agevolmente parcheggiare l’autovettura. Seguendo le indicazioni per il Rifugio Pialleral, imbocchiamo a piedi la strada sconnessa che, inizialmente pianeggiante, prosegue fiancheggiando alcune caratteristiche baite. Successivamente la strada diviene un classico sentiero montano e, dove questo incrocia con il sentiero della traversata bassa delle Grigne, pieghiamo a destra risalendo nel fitto bosco, sino a raggiungere l’Alpe Cova e quindi il Rifugio Antonietta al Pialleral.
Proseguiamo con moderata pendenza sino a superare l’agglomerato di belle case ristrutturate, per portarci nei pratoni – ora innevati – che ci distanziano dalla Baita Comolli. La salita prosegue senza troppe difficoltà mostrandoci, nel corso del cammino, l’imponente muraglia del Grignone che fra poco dovremo affrontare. Raggiunta la Baita Comolli ed il vicino Bivacco Riva, ci fermiamo per una bella pausa prima di affrontare quello che comunemente viene definito il “muro” ovvero la ripida ascesa che permette di raggiungere la cresta della Grigna settentrionale (Grignone).
Ripartiti dopo la meritata pausa, indossiamo i ramponi e proseguiamo fiancheggiando i diversi paletti metallici che segnano la via invernale di salita e che, sicuramente, poco si discostano dalle tracce lasciate nella neve da altri escursionisti prima di noi. Questo è un tratto che richiede molta pazienza e va affrontato con tutta calma visto che in alcuni punti la pendenza raggiunge anche i 45 gradi. Raggiunta la panoramicissima cresta, abbellita dalle meravigliose cornici di neve che il vento ha disegnato meglio di un’artista, pieghiamo verso sinistra e proseguiamo per la lunga dorsale che in un’altra mezz’ora circa ci porta sino alla croce di vetta, a quota 2409 metri di altitudine, anch’essa ridisegnata dall’opera certosina di vento e ghiaccio. Poco più sotto, troviamo il Rifugio Brioschi che, tutto ammantato dai ghiaccioli lasciati dal Generale Inverno, pare quasi una casa fantasma. Inutile anticipare il panorama dalla vetta del Grignone: immenso e meraviglioso!