Lago Gelt ad anello
Bisogna proprio farne di fatica per conquistare il cuore delle Orobie! Chilometri e chilometri di sviluppo, metri e metri di dislivello per raggiungere il più famoso dei laghetti alpini, il Lago Gelt.
Come qualcosa di prezioso, del quale prendersi cura, il Lago Gelt è incastonato fra le più alte e severe vette delle Orobie ad una quota, quella dei 2562 metri di altitudine, che gli consente di mostrarsi nel suo splendore solamente nella bella stagione. Affrettatevi, dunque, nel raggiungere il Lago Gelt prima che il gelo, dal quale prende il nome, se lo porti via sino alla prossima primavera.
Descrizione del percorso
Partenza dalla località Grumetti di Valbondione dove, lasciata l’autovettura in uno dei pochi spazi a pagamento mediante “gratta e sosta”, imbocchiamo il segnavia 305B CAI che, molto velocemente, ci conduce sino alla sterrata indicata come segnavia 305 CAI, proveniente da località Beltrame di Valbondione.
Pieghiamo a sinistra salendo con minor fatica lungo la sterrata che prosegue verso il rifugio Curò. Giunti al primo tornante, abbandoniamo la sterrata per imboccare a sinistra la direttissima indicata come segnavia 305A CAI. Dopo alcuni tratti a zig-zag attrezzati con catene, sbuchiamo infine ancora sulla panoramica sterrata del segnavia 305 CAI e quindi al rifugio Curò.
Dopo una breve sosta, ripartiamo seguendo la sinistra orografica del bacino del Barbellino. Lasciamo a destra il bivio per la Val Cerviera e quello per la cima del monte Gleno, dopodiché lasciamo a sinistra la deviazione per il Lago di Malgina che utilizzeremo al rientro dall’anello escursionistico.
Raggiunto il Rifugio Barbellino, seguiamo le indicazioni CAI verso il Lago Gelt, ovvero il segnavia 308 CAI. Il sentiero risale con dolci zig-zag e ci consente di ammirare il lago naturale del Barbellino e l’imponente bastionata del Monte Torena.
Raggiunto il bivacco AES, proseguiamo ancora in leggera salita sino a raggiungere un secondo bivacco, quello del rifugio AEM, un edificio di proprietà dell’Azienda Elettrica Municipale di Milano, con il piccolo Laghetto della Cima, il più alto delle Orobie.
Abbandoniamo il sentiero che, dopo il traliccio, prosegue in discesa e, in corrispondenza del Passo di Caronella, pieghiamo nettamente a sinistra. Difronte si staglia una parete rocciosa che pare invalicabile. Niente paura, imbocchiamo la traccia sentieristica che si alza molto verticale e con stretti zig-zag e l’aiuto delle mani, superiamo questo balzo roccioso sino al suo culmine, la Bocchetta di Gelt dalla quale, magicamente, compare la nostra meta: il lago Gelt.
Ci troviamo nel punto più alto del percorso ad anello, ad una quota di 2750 metri di altitudine, ed il lago Gelt, nella sua caratteristica forma a cuore, è adagiato nella conca rocciosa sottostante.
Ora occorre prestare la massima attenzione. Dobbiamo proseguire nel giro ad anello ed affrontare il ripidissimo versante opposto. Pertanto, aggrappandoci alle rocce sporgenti superiamo in discesa il sottostante salto roccioso, magari anche disarrampicando brevemente. Niente di difficile, appena sotto, il sentiero, pur mantenendo un’elevata pendenza si mostra più docile e non serve altro che seguire la traccia che volge verso la conca facendo attenzione a non scivolare.
Raggiunta la conca, seguiamo i radi omini di pietre che cappeggiano lungo il percorso roccioso; teniamoci piuttosto a sinistra rispetto al Lago Gelt che raggiungeremo sono sfiorandolo.
Proseguiamo in dolce discesa sino al pulpito panoramico su un’altra perla orobica di prim’ordine, quella del Lago di Malgina che vediamo brillare nelle acque color turchese. Scendiamo sino a raggiungerlo ed imbocchiamo a sinistra il sentiero 310 CAI che brevemente ci riporterà al rifugio Curò e, di seguito, dopo la lunga camminata, sino al punto di partenza.
Le fotografie non corrispondono all’escursione descritta.
Tutto sistemato, grazie per la segnalazione!