Maniva: turisti su Dasdana e Colombine
La conoscenza di Gianluca è una gradita sorpresa che nasce per caso, appena poco oltre la locanda – hotel Bonardi. Come tante altre volte è capitato lungo un sentiero di montagna, vengo riconosciuto da qualche escursionista che frequenta il mio sito web. E Gianluca è uno di questi, mi riconosce al volo!
Anche lui in solitaria e diretto verso le dolci alture sopra il Maniva, si unisce al mio altrettanto solitario cammino verso la Punta Auccia, meta che poi, raggiunto lo chalet Dasdana, muteremo nel bellissimo e panoramico full di cime del Dasdana, della prima, seconda e terza cima Colombina e del Monte Colombine con giro ad anello verso i sottostanti laghi di Ravenola.
Come accade in questi casi, saranno moltissime le parole, le frasi, i pensieri e lo scambio di opinioni che, seguiti alla stretta di mano iniziale, farciranno la lunga panoramica cavalcata d’alta quota ma di tanto simpatico parlare farò tesoro di una cosa in particolare, del saggio pensiero di Gianluca: la montagna va vissuta da turista, nessuna competizione, nessuna sfida e mai troppa fretta, la montagna va contemplata e goduta in tutta serenità.
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nell’ampio parcheggio antistante la locanda – hotel Bonardi, imbocchiamo la strada provinciale, abbondantemente innevata nel pieno inverno ma che oggi ritrovo all’asciutto per carenza di neve, che appena sopra la struttura alberghiera prosegue verso il passo di Crocedomini.
Poco oltre, abbandonata la strada provinciale, proseguiamo a sinistra risalendo gli ampi pratoni con direzione del cocuzzolo sul quale svetta la stazione di arrivo della seggiovia Persole – Dasdana, a quota 2088 metri di altitudine. Appena oltre, lo chalet Dasdana anticipa una lieve discesa che brevemente ci conduce sino al sottostante omonimo passo, crocevia di sentieri per il Monte Colombine, la Punta Auccia, il Dosso dei Galli ed i laghi di Ravenola.
Dal Passo Dasdana, indossati i ramponi, imbocchiamo la traccia innevata che si alza repentinamente, prima fra affioramenti di rocce e poi lungo una facile dorsale, sino a condurci in vetta al Monte Dasdana, a quota 2191 metri di altitudine.
L’arrivo presso la facile vetta del Monte Dasdana già consente di lasciar correre lo sguardo sin dove i nostri occhi han possibilità di vedere. Tutt’attorno, infatti, si alternano – in un infinito panorama alpino – le bianche cime bresciane e poi quelle del Trentino mentre alle spalle son ben riconoscibili le più alte cime delle Orobie.
Riprendiamo il cammino lasciando alle spalle la cima del Monte Dasdana e, proseguendo lungo la facile dorsale, con lieve discesa e poi risalita raggiungiamo comodamente la prima, la seconda e poi la terza cima Colombina. Dirimpetto, la cima del Monte Colombine, sulla quale si nota la croce di vetta, che – seppur più lontana – è già ben visibile oltre un’ampia depressione che ci farà perdere qualche metro di quota.
Pertanto, proseguiamo lungo l’ampia dorsale e, fiancheggiato un traliccio dell’alta tensione, continuiamo nella facile discesa che raggiunge la base dell’ampio avvallamento. Imbocchiamo quindi in salita l’opposto versante e, molto velocemente, guadagniamo l’arrivo in vetta sul monte Colombine, a quota 2214 metri di altitudine.
L’appagante escursione potrebbe anche terminare qui, sulla vetta del Monte Colombine, dopo ben cinque chilometri ed oltre due di cammino, con ritorno attraverso lo stesso sentiero di salita. Oppure, come in seguito raccontato, proseguire lungo un ampio giro ad anello che scende sino ai laghi di Ravenola per poi risalire al Passo Dasdana.
Una sola raccomandazione: il percorso seguito e la traccia GPS registrata, come spesso accade attraversando sentieri innevati, non ripercorre fedelmente il sentiero estivo tracciato dal CAI e, pertanto, occorre massima attenzione oltre ad una buona capacità di orientamento.
Valutate le condizioni del manto nevoso, riprendiamo il cammino scendendo molto ripidamente verso nord, oltre la croce di vetta del Monte Colombine. Appena più sotto, ove la coltre nevosa pare lasciar spazio solo al vuoto, scendiamo con attenzione fiancheggiando l’affioramento di alcuni enormi massi che anticipano tratti ancora fortemente ripidi. Valutata la via migliore da seguire, scendiamo con attenzione sino a quando la pendenza si fa meno accentuata e si raggiunge infine un’ampia zona pietrosa coperta da dune nevose che modellano le spigolature.
Pieghiamo obliquamente verso destra passando sotto le severe pareti di un enorme ammasso roccioso che si alza imponente alla nostra sinistra e proseguiamo la discesa attraverso quello che pare essere l’alveo di un torrente.
Senza spostarci all’estrema destra, ove troveremmo lo strapiombo, proseguiamo in discesa lungo cumuli di roccia coperti di neve e fastidiosi bassi arbusti che pare siano solo in vena di lanciare frustate. Un piccolo saltello roccioso e poi la prosecuzione verso destra consente infine di raggiungere il più esteso dei laghi di Ravenola sulla cui riva capeggia una bella baita adatta alla tanto sospirata sosta.
Il tratto che ci separa dal punto di partenza non è lunghissimo ma necessita ancora di almeno un’ora e mezza di cammino. Pertanto, ripartiti dopo la meritata sosta presso la baita privata in riva al lago Ravenola, proseguiamo fiancheggiando la baita Ronchini Luigi, circondata da una visibile recinzione, ed immettiamoci lungo la visibile mulattiera che con ampio semicerchio si alza sino a raggiungere la strada provinciale 345. Non resterà altro che piegare a destra e seguire quest’ultima provinciale sino al Passo Dasdana dal quale poi ripercorrere a ritroso il sentiero di salita, sino all’hotel Bonardi.