Monte Altissino da Borno

Monte Altissino da Borno

Imbocco il sentiero con due Giganti che mi osservano dall’alto, la Presolana verso ovest ed alle spalle la bastionata di Cima Moren e della Corna San Fermo, che, almeno sul cominciar dei primi passi, nascondono un altro Gigante: il Pizzo Camino. Mentre lui, il monte “meta” di questo facile giro ad anello, difronte a tanta grandezza fa lo “spacchioso”, il gradasso, e si fa chiamare Altissimo. Dall’alto, anzi dal basso dei suoi 1703 metri è però una cima altamente panoramica su tutto il percorso di salita, sui Giganti appena citati, e – con un salto nel vuoto, esponendosi a nord-est come uno sperone roccioso – sull’ampia bassa Valcamonica.

Basta accontentarsi perchè poi la cima offre poco altro se non le stazioni di arrivo degli impianti di risalita che, inanimate perchè funzionanti solo nel periodo invernale, divengono quel brutto colpo d’occhio che contrasta con l’immenso scenario circostante. Meglio allora pensare al mezzo giro ad anello che mi ha portato in vetta ed al restante che mi condurrà sino al punto di partenza: un tortuoso ma facile alzarsi in quota che fiancheggia baite ed alpeggi adagiati sui verdi pascoli della Valsorda dove specchi d’acqua e pozze per abbeverare gli animali rasserenano lo spirito del viandante. Un senso di pace proprio lì, in quell’angolo di paradiso verdeggiante che pare suggerir solo sentimenti gioiosi, dove però val la pena rinnovare la memoria di quei partigiani che, loro sì: Grandi ancor più dei Giganti montuosi che già allora furono muti testimoni delle atrocità della guerra, persero la vita presso la Malga Pratolungo.

Descrizione del percorso

L’anello del Monte Altissimo segue di pari passo lo stesso itinerario della ciaspolata di Valsorda percorsa nel Marzo 2013, almeno sino alla Malga Guccione dove, abbandonato il sentiero che scende alla Malga Corvino che riprenderemo poi al ritorno dalla cima del Monte Altissimo, non dobbiamo far altro che piegare a destra e risalire l’ampio sentiero che poco oltre si congiunge con la spianata che d’inverno diviene una divertente pista da sci. Seguendo le indicazioni sentieristiche e proseguendo fiancheggiando la pista, sbuchiamo sull’ampia zona prativa che precede la vetta. Ancora un poco di fatica attraverso i verdeggianti e ripidi prati oppure seguendo la sterrata che sale comodamente con qualche tornante, ed ecco raggiunta la cima del Monte Altissimo, a quota 1703 metri, dalla quale non resta altro che far scorrere lo sguardo sino all’infinito.

Monte Altissimo ad anello
Monte Altissimo ad anello

Il ritorno, come anticipato, avviene percorrendo a ritroso il sentiero di ascesa alla vetta, almeno sino alla Malga Guccione dove, piegando verso destra, proseguiamo in leggera discesa seguendo le indicazioni per la Malga Corvino. Si continua sul piacevole sentiero, ora pianeggiante, che si mantiene sempre piuttosto alto rispetto all’area pascoliva e la malga che vediamo poco più sotto alla nostra destra.

Raggiunta l’estremità opposta dell’area prativa, seguiamo le indicazioni sentieristiche del segnavia nr. 5 che ci proietta, dopo una leggera salita verso sinistra, all’interno di una fitta e spettacolare abetaia. Il sentiero prosegue ancora in leggera salita per poi piegare verso destra e con brevi saliscendi giunge alle pozze di Valsorda dove con tutta tranquillità possiamo proseguire sul tratto di sterrata utilizzato per la salita e quindi far ritorno al punto di partenza.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Download file: 20140610-altissimo.gpx
Scheda sintetica
Data dell’escursione 10 Giugno 2014
Località di partenza Borno, località Croce di Salven
Sentieri utilizzati Nr. 6 – 6A – 5 Cai Borno
Tempi di percorrenza 5 ore circa (ad anello)
Altitudine massima 1703 metri
Attrezzatura Da escursionismo
Difficoltà E (Escursionistico)
Acqua sul percorso No
Note Eventuale appoggio al Rifugio Lorenzini

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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