Monte Campagano e Val Sanguigno
La Val Sanguigno è veramente spettacolare, come lo sono le altre due vallate che – parallelamente – volgono verso nord – ovest e la dorsale rocciosa che divide la Val Seriana dalla Val Brembana, ovvero la Valle del Goglio e quella di Valcanale. Hanno tutte in comune il fatto di essere tributarie dell’ampia e soleggiata Valle Seriana, ma non solo. Estremamente ampie e ricche di flora e fauna, tutte le tre vallate hanno in comune quel gagliardo vigore d’acqua che scende a valle solcando corsi e torrenti che divengono miti e placidi, a volte piuttosto silenziosi, solo quanto attraversano ampi pianori erbosi mentre, capricciosi, si fanno largo, impetuosi, tra salti rocciosi che scendono a valle.
E’ armonia musicale questo sottofondo naturale, questo perpetuo scrosciare d’acqua che allieta l’escursionista e lo spinge sempre più su, da Valgoglio sino al Passo del Zulino, dove, solo allora, s’attenua di poco quel concerto di zampilli d’acqua che qualche indifferente potrebbero scambiar per fracasso. E allora si sale ancora più su, sino a quel balcone panoramico, il Campagano, posto tra la Val Sanguigno e la Valcanale dove, d’improvviso, si scopre che per goder del patrimonio dell’Unesco non occorre raggiungere le Dolomiti, a volte basta solo farsi trasportare dallo scrosciar dell’acqua.
Descrizione del percorso
Imbocchiamo il sentiero 232 CAI che parte dalla centrale di Aviasco in Valgoglio (…attenzione: terminato lo spazio libero, i parcheggi sono a pagamento mediante “grattino” da acquistare in loco). Dopo appena pochi passi, oltrepassato il ponticello sul torrente, scegliamo la veloce variante ripida che, attraverso il fitto bosco, sbuca più in alto riprendendo il comodo sentiero 232 CAI. Proseguiamo lungo quest’ultimo fiancheggiando rumorose ma fantastiche cascatelle, sino a raggiungere gli spazi più aperti in cui sorge il rifugio Gianpace. Senza raggiungere il rifugio, proseguiamo sul versante destro del torrente ed addentriamoci nel vivo della Val Sanguigno.
Il sentiero si alza sempre con dolce pendenza attraversando ampi pascoli e sporadiche baite. Manteniamoci lungo il segnavia 232 CAI e poi 265 CAI che, oltrepassata la baita di Rui, sale a sinistra molto più ripida sino a raggiungere la forcella di Zulino, a quota 1759 metri.
Proseguiamo verso destra e, superata la baita di Zulino Alta, ottimo balcone su tutta la bastionata dolomitica dal Monte Secco all’Arera, risaliamo le evidenti tracce di sentiero che, tra i pini mughi, sale sino alla cresta, in alcuni tratti esposta, che conduce brevemente alla sommità del Monte Campagano.
La sommità si presenta come un docile panettone erboso che attraversato per lungo, magari mantenendoci sulla parte destra, ci porta sino all’omino di pietre che, all’estremità opposta, contraddistingue la vera cima. Da quest’ultimo, prestando un poco di attenzione, scendiamo leggermente a destra sul sentierino sdrucciolevole che porta sino alla sottostante Baita Campagano Alta. Scendiamo lungo la vallata a destra mantenendoci sempre piuttosto vicini al versante discendente del Campagano, sino ad intercettare sporadici omini in pietra e quindi la traccia di sentiero che riporta alla baita Zulino Alta. Da quest’ultima non resta altro che riprendere il sentiero utilizzato per la salita.