Monte Duria
Saranno loro ad accompagnarci sino alla vetta del Monte Duria: gli ometti di pietre, anzi, viste le loro proporzioni, potremmo benissimo chiamarli omoni, che campeggiano sui numerosi dossi erbosi che a fatica dovremo risalire per raggiungere la base da cui parte la vera ascesa alla meta.
Solo in quest’ultimo tratto, quello dal sapore più alpinistico, gli omoni di pietre ci lasceranno soli nella divertente e facile arrampicata tra roccette di I° grado, per poi fare la loro ricomparsa in vetta dove ci faranno compagnia, in modo discreto e silenzioso, mentre accarezzati dal vento lasceremo correre lo sguardo verso l’infinità catena di montagne circostanti.
Descrizione del percorso
Partenza dalle baite di Bodone, raggiungibili percorrendo la strada che da Peglio sale con direzione di un agriturismo su tratto di strada a pagamento (ticket di 1 euro presso il municipio) che termina appena sopra le ultime baite, in corrispondenza di un ampio parcheggio presso il quale possiamo lasciare l’autovettura.
In corrispondenza delle prime indicazioni sentieristiche, poste all’ingresso del parcheggio, imbocchiamo il sentiero che sale il ripido pendio erboso ed in circa mezz’ora raggiunge l’Alpe Motta ed il vicino Monte La Motta, a quota 1515 metri di altitudine, dove è collocata una bella croce in legno con vicino un altare in pietra.
Lasciamo alle spalle il Monte La Motta e proseguiamo, prima su breve salita e poi quasi in falsopiano, lungo la dorsale che volge verso la nostra meta, il Monte Duria. Successivamente una comoda discesa ed un altro tratto quasi pianeggiante ci conducono all’abbeveratoio dell’Alpe Paregna, vicino al quale troviamo altre indicazioni sentieristiche.
Proseguiamo per un breve tratto lungo la strada bitumata ma, in corrispondenza di alcuni ometti di pietre che scorgiamo sul pendio alla nostra sinistra, imbocchiamo a sinistra la traccia di sentiero che si inerpica e risale l’infinita serie di dossi erbosi.
La salita diventa quasi una via crucis. Sotto il sole cocente che picchia sulle nostre spalle, si alternano i vari omoni di pietre che punteggiano i dossi che man mano vengono raggiunti. Dopo l’ultimo dosso il sentiero placa finalmente la sua pendenza e prosegue, lungo un falsopiano franato e malagevole in cui occorre prestare maggiore attenzione, sino all’alpe Duria, a circa 1800 metri di altitudine.
Lasciamo alle spalle l’alpe Duria, ove è presente ormai solo il classico barek di pietre che funge da recinto per gli animali, e proseguiamo appena più sopra; lasciamo a sinistra la traccia che prosegue sotto la bastionata rocciosa del Monte Duria e proseguiamo a destra passando alti sopra un’ampia pietraia.
Il sentiero, a tratti nascosto da folti ciuffi d’erba ma comunque sempre bollato, prosegue in leggera pendenza verso est. Giunti all’altezza di un masso sul quale compare la scritta “Duria”, abbandoniamo il sentiero che continua verso est e pieghiamo nettamente a sinistra per risalire l’ampio e ripido canalino roccioso che scende dalla cima del monte Duria.
Risaliamo il ripido canalino detritico senza particolari difficoltà, aiutati anche da alcuni stretti zig zag che attenuano la nostra fatica; poco sotto la vetta abbandoniamo il canalino e pieghiamo nettamente a sinistra su cengia appena esposta ma sempre ben segnalata che si allunga, tra spuntoni rocciosi che caratterizzano questa parte terminale del monte Duria, passando appena sotto cresta. Un ultimo passaggio tra facili roccette ci consente di superare un saltino oltre il quale già possiamo ammirare i due omoni di pietre che sorvegliano la vetta; ancora un tratto sotto cresta tra spuntoni di roccia non sempre stabili e dei quali dobbiamo diffidare ci consente di raggiungere la panoramica vetta del monte Duria, a quota 2264 metri di altitudine, dalla quale, finalmente, possiamo ammirare tutto il panorama circostante.