Monte Gugliemo da Pezzoro
In questo inizio d’inverno avaro di precipitazioni, cerco una facile meta che, comunque, mi consenta di calpestare un po’ di neve. Anche solo per dare un’aria festante e natalizia a questo fine 2024. Il pensiero corre subito verso il monte Guglielmo ma, per trovare un po’ di neve, dovrò optare per la salita da Pezzoro, un po’ più lunga rispetto alla classica e soleggiata salita da Croce di Marone ma che regala, a circa metà del suo percorso, la possibilità di una sosta al rifugio Cai Valtrompia.
Partenza da Pezzoro, frazione di Tavernole sul Mella, dove, all’incrocio tra via De’ Contrini e via San Carlo è possibile parcheggiare l’autovettura in uno dei tanti spazi disponibili.
Iniziamo il cammino percorrendo il tratto vietato al traffico di via De’ Contrini; la strada, prima asfaltata e poi bitumata, comincia subito in ripida salita e, passato il ponticello sul Rio Valle Ambre, piega a destra e poi risale sempre con marcata pendenza sino a raggiungere, dopo una buona mezz’ora di cammino nella bella faggeta, la località Pontogna ed il rifugio Cai Valtrompia, a quota 1259 metri di altitudine.
Lasciato alle spalle il rifugio, si risale l’erbosa selletta che al suo culmine lascia già intravedere la nostra meta, il monte Guglielmo ed il monumento al Redentore.
Si prosegue fiancheggiando sulla sinistra il piccolo laghetto, dopodiché si prosegue un breve tratto nel bosco e si risale a sinistra sino a raggiungere Malga Pontogna.
Lasciamo a destra la sterrata pianeggiante del segnavia CAI 326 che volge verso malga Gale e risaliamo l’erto pascolo a sinistra dell’abbeveratoio. Il sentiero risale pressoché obliquamente e poi con ripidi zig-zag guadagna velocemente quota sino alla malga Stalletti, ad una altitudine di 1690 metri, dove giunge anche il sentiero CAI 318 proveniente da Caregno.
Si prosegue verso destra seguendo i bolli bianco rossi che, qua e là, spuntano dalla poca neve ventata che ricopre la dorsale del monte Guglielmo. Lasciata alle spalle malga Stalletti, il sentiero placa temporaneamente la sua pendenza e prosegue verso il monumento al Redentore che pian piano si avvicina.
Il panorama è già mozzafiato e, complice la giornata a ciel sereno e dalla temperatura primaverile, è quasi possibile proseguire a mezze maniche.
Tra sassi e pascoli erbosi, si raggiunge l’ultimo breve pendio e con ampio semicerchio eccoci arrivati dinnanzi al monumento del Redendore, posto ai 1948 metri di altitudine della vetta del monte Guglielmo.