Monte Pigolota: nella terra dei crocus
La Pigolota, un’anonima cima che a malapena supera i 1500 metri di altitudine e la cui sommità, tutt’avvolta nella più fitta ed oscura vegetazione, lascia ben poco sperare in fatto di ampi panorami ed azzurre lontananze.
Basta però scostare qualche ramo che sta per fiorire alla primavera e riprendere quell’esile traccia di sentiero che, lasciata alle spalle la faticosa salita, ora discende impercettibile su quello che con esagerazione possiamo definire il versante opposto. Il passo è veramente breve, pochi metri in lieve discesa e, proprio lì, oltre la frescura dell’ombra boscosa, si spalanca d’improvviso l’immensa distesa fiorita dei prati della Pigolota.
Una vera terra dei crocus! Un’infinità di bulbi, bianchi in maggioranza ma ve ne sono tantissimi anche viola o lillacino, che punteggiano il verde prato della Pigolota, qua e là interrotto da poche e graziose baite in pietra, che come un tappeto fiorito evidenzia il dolce ondularsi del terreno, ora baciato dal sole ed ora divenuto balcone su alcune delle più belle cime delle Orobie.
Descrizione del percorso
L’anello della Pigolota o Pigolotta, prende il via dalla frazione Cantello di Valtorta, proprio dove la strada termina ed allargandosi lascia posto ad un parcheggio per poche autovettura. Proprio lì, all’imbocco di questa piccola area di sosta, risaliamo la breve scalinata che raggiunge il grumo di vecchie abitazioni e, tra due di esse, imbocchiamo l’evidente sentiero che si alza obliquamente alle loro spalle. Poco oltre, ad un evidente bivio sentieristico, pieghiamo a sinistra e raggiungiamo le baite della Costa del Gras. Da queste ultime proseguiamo verso destra facendo ritorno nel fitto bosco e, con breve strappo ripido su traccia appena evidente, raggiungiamo un più evidente sentiero.
Proseguiamo in falsopiano verso sinistra ed al successivo bivio, lasciata a sinistra la traccia che discende, risaliamo a destra la bella (ma breve) mulattiera acciottolata. Solo ora, su qualche pietra oppure tronco, si iniziano ad intravedere più chiaramente i segni bianco rossi del segnavia.
Percorsi pochi metri oltre il termine dell’acciottolato, pieghiamo a destra e risaliamo verso i soprastanti ruderi di una baita immersa nel verde. Transitati davanti a quest’ultima, proseguiamo obliquamente facendo ritorno in una ricca faggeta.
La traccia prosegue con pendenza più accentuata e, raggiunta ed attraversata la sterrata che sale da valle, ritorna nella bella faggeta. Ad un evidente bivio sentieristico, oltre il quale verso sinistra si scorgono le linee di una bella abitazione con terrapieno in pietre, lasciamo a destra il sentiero segnato da bolli bianco rossi e proseguiamo verso sinistra sino a raggiungere la bella abitazione. Proseguiamo ancora verso sinistra lungo il sentiero che finalmente ha placato la sua pendenza e prosegue in falsopiano, al cospetto dello Zuccone Campelli, sino ad un’altra baita. Poco oltre quest’ultima seguiamo la traccia, non sempre ben evidente ma intuitiva, che si sviluppa salendo verso destra. Un ultimo sforzo ancora su marcata pendenza e, passato un capanno da caccia in abito verde, ecco raggiunta la cima della Pigolota.
Inutile trattenersi troppo, la fitta ed alta vegetazione non permette di godere di alcun panorama. Sappiano però che lo spettacolo deve ancora arrivare! Proseguiamo oltre e discendiamo brevemente il versante opposto sino a quando, al limitar del bosco, scostati alcuni rami, come d’incanto compare la meravigliosa distesa di crocus bianchi, viola e lilla che ricopre interamente gli infiniti prati della Pigolota. Uno spettacolo ora anche allietato dal bel panorama che la cima della Pigolota ci aveva negato: aldilà dei prati, infatti, il la vista spazia su alcune delle cime più belle delle nostre Orobie.
Una lingua di prato verde, immune dai crocus, disegna il sinuoso sentiero che ci consente di scendere – senza calpestar fiore – verso la caratteristica cappelleta della Pigolota e, appena più sotto, sino ad alcune belle baite ristrutturate.
Riprendiamo il cammino passando in mezzo alle due baite ristrutturate e, quasi in falsopiano, raggiungiamo il sentiero che scende oltre un basso muretto in pietre sino alla sottostante sterrata. Imbocchiamo a destra quest’ultima e, poco più sotto, a circa 1348 metri di altitudine, la abbandoniamo nuovamente per imboccare a sinistra il sentiero che scende ripido nel bosco. Scendiamo prima verso sinistra e poi verso destra, sino a raggiungere una baita alla nostra destra.
Rintracciata la debole traccia che scende nel prato, scendiamo leggermente ancora verso destra sino ad intercettare i segni di vernice rossa su alcune pietre. Poco più sotto, incrociato un più evidente sentiero, seguiremo quest’ultimo a destra sino al punto di partenza dell’escursione.