Monte Rena ad anello
Chi l’avrebbe mai detto! Quel monte, osservato con indifferenza e disattenzione ogni mattina per molti anni, boicottato più volte anche a causa di quelle brutte antenne che gli fan da cappello ma per il quale gioivo immaginandolo come trampolino di lancio di quei coloratui parapendii che scendevano a valle, nascondeva – invece – un interessantissimo sentiero, e chissà quanti altri ne nasconde, ricco di panoramici pulpiti sulla bassa e media Valle Seriana.
Mai troppo difficile, anche se si fatica non poco a risalirne la china. Per nulla tecnico, seppur nasconda un paio di ripide scalette metalliche. Profumato, come le fioriture di narciso che punteggiano i prati della località Merà. Il sentiero che abbraccia il Monte Rena e conduce sino alla sua dolce vetta a tutto ciò alterna momenti di memoria, come quello della tragica morte del giovane Abele Marinelli, al quale è intitolato l’omonimo gruppo sportivo di Albino, ma anche attimi di silenziosa contemplazione, come quelli che si possono riscoprire sui balconi della Madonna del Narciso e la croce di San Luigi, oppure angoli spettacolari e mozzafiato, come quelli della Corna Arnesì e del Bus de la Cavra, ed infine: persino qualche “bella” sorpresa!
Un’unica raccomandazione all’escursionista che si accinge a percorrere questo lungo anello prealpino: diffidate di chiunque incontriate lungo il sentiero e fate attenzione a dove mettete i piedi, potreste inciampare nei Pe del Diaol!
Descrizione del percorso
Lasciata l’autovettura nel parcheggio antistante la chiesa parrocchiale di Comenduno, imbocchiamo il sentiero 520 CAI che, seguendo le indicazioni poste al fianco della chiesetta di Santa Maria, si allunga fra le case ed in breve raggiunge la panoramica cappella degli Alpini.
Proseguiamo lungo la comoda strada bitumata che si alza tra i verdi prati sopra Comenduno sin quando, oltrepassata la Sorgente Fontanì, piega a sinistra e, lasciata alle spalle la bella cascina ristrutturata, raggiunge un primo bivio sentieristico: abbandoniamo la strada che a sinistra prosegue verso la Madonna della Brandena e pieghiamo a destra imboccando il classico sentiero montano che, su breve tratto sassoso e malagevole, si immerge nel fitto bosco. Poco più sopra, raggiunta nuovamente la strada bitumata, seguiamola brevemente verso destra e, appena dopo una curva a sinistra, in corrispondenza delle indicazioni sentieristiche poste all’altezza di un edificio dal tetto verde, abbandoniamo la strada per risalire a sinistra il sentiero che volge verso la Madonna del Narciso.
Con maggiore pendenza, a tratti con semplici zig zag, saliamo nella fitta boscaglia sino alla base delle severe pareti rocciose ove è posata la lapide a memoria di Abele Marinelli. Proseguiamo verso destra seguendo le indicazioni del segnavia 520 CAI che, sempre più ripidamente, superati alcuni faticosi gradini, giunge ad un paio di semplici e brevissime scalette fisse che aiutano a superare un piccolo salto di roccia.
Superato questo divertente ostacolo, proseguiamo verso sinistra sino alla vicina Corna Anesì, un particolare masso in bilico sulla sottostante Valle Seriana. La scritta su una sua facciata recita: “Immobile, tra il piano e la montagna sto da secoli, muto. Ma racconto all’attento viaggiatore dei tempi antichi le fatiche dimenticate, e il coraggio cupo dei padri”.
Riprendiamo il sentiero 520 CAI e proseguiamo verso sinistra quasi in falsopiano, sino a raggiungere brevemente il pulpito della Madonna del Narciso, lo spettacolare balcone panoramico sul Monte Misma e la sottostante bassa Valle Seriana.
Ripartiamo dopo la breve sosta lasciando alle spalle la Madonna del Narciso ed imbocchiamo il sentiero che prosegue verso la Croce di San Luigi (…sentiero nr. 2). Inizialmente in falsopiano, quasi in leggera discesa, l’evidente traccia raggiunge subito un bivio sentieristico: proseguiamo a destra, ora in salita, restando sempre sulla traccia principale mentre il sentiero nr. 2 si alza inizialmente ripido e poi più leggero prendendo quota con un diversi stretti tornanti.
In corrispondenza dell’ultimo tornante, all’altezza di un bel bosco di betulle, una traccia di sentiero si stacca scendendo a destra e raggiunge brevemente la Croce di San Luigi. Ritornati al precedente bivio, risaliamo il ripido sentiero che attraversa il bosco di betulle e raggiunge i ripetitori posti in prossimità della vetta del Monte Rena.
Immediatamente dopo il sentiero volge verso destra e, lasciati alle spalle i ripetitori, prosegue lungo la dorsale sino ai 1143 metri di altitudine della cima del Monte Rena.
Lasciamo la cima e scendiamo a valle attraverso la traccia che, tra i prati, raggiunge ripidamente la sottostante Trattoria Felicità di Ganda dove è consigliabile la bella sosta per il pranzo al cospetto della Cornagera e del Monte Poieto.
L’escursione ad anello prosegue ora lungo la strada che, pianeggiante, raggiunge il borgo di case della frazione di Ganda di Aviatico, posta a quota 1067 metri. Presso la piazzetta della chiesa, seguiamo le indicazioni per il sentiero 520 CAI e, scesi alcuni gradini posti poco sotto l’abitato, proseguiamo lungo il sentiero che fiancheggia una piccola ma profonda voragine, protetta da un piccolo cancelletto: è il Büs de la Cavra.
Facilmente, continuiamo la discesa prendendo ora come punto di riferimento, nelle prossime indicazioni sentieristiche, la località Merà. Il sentiero passa un abbeveratoio e, più sotto alcune belle baite ristrutturate, sino quando dopo un bel tratto quasi pianeggiante raggiunge l’ampia conca prativa di Merà, altro balcone panoramico sulla sottostante valle Seriana.
Passiamo nel bel mezzo dell’agreste cascina e continuiamo lungo il segnavia 520 CAI che, fiancheggiata una piccola cappella (…posta a destra), prosegue ora quasi in falsopiano sino a quando, poco più sotto, alterna un paio di facili passaggi rocciosi, denominati La Scala, dove un utile corda corrimano aiuta la ripida discesa gradinata, con tratti comodi e pianeggianti.
Un lungo traversone pianeggiante precede una breve discesa dove il sentiero piega verso sinistra passando sotto un’asciutta cascatella: siamo al Pe del diaol ed una semplice targa ci racconta la sua leggenda.
Un ultimo tratto pianeggiante raggiunge le prime case di Comenduno. Lasciamo perdere le diverse deviazioni di sentiero che scendono verso sinistra e proseguiamo sostanzialmente quasi sempre in falsopiano e, giunti all’altezza di un crocefisso in legno, proseguiamo diritti sino alla cappella degli Alpini incontrata ad inizio dell’escursione e, quindi, chiudiamo il giro ad anello facendo velocemente ritorno al punto di partenza.