Monte Sasna e rifugio Mirtillo

Monte Sasna e rifugio Mirtillo

Mai come in questi giorni abbiamo bisogno di segni che parlino di pace. Ecco allora la meta giusta, il monte Sasna con le sue due croci di vetta. Tutt’attorno solo il silenzio che, almeno per un attimo, mette a tacere tutte le brutte notizie che giungono dall’Ucraina. Difronte all’infinito panorama è difficile non porsi tante domande, ed una su tutte: ma i Potenti della terra si sono mai soffermati davanti a tanta bellezza? E poi il ritorno alla Manina con la cappella dedicata alla Madonna Pellegrina e i suoi due altari, uno rivolto verso la valle di Scalve ed uno verso la valle Seriana, che, insieme, infondono quel senso di fratellanza di cui tutti abbiamo oggi bisogno.

Descrizione del percorso

Partenza da Lizzola che, in questo inverno carente di neve, pare un paese fantasma. Seguendo il sentiero 307 CAI, risaliamo oltre le piste da sci per bambini e penetriamo soprastante bosco. Proseguiamo poi risalendo i pendii erbosi, sino alla baita dell’Asta Bassa. Pian piano il sentiero aumenta la sua pendenza, risale con qualche zig-zag i punti più scoscesi ed infine raggiunge il Passo della Manina, a quota 1798 metri di altitudine, a poca distanza dalla cappella dedicata alla Madonna Pellegrina.

Pieghiamo nettamente a sinistra ed iniziamo la lunga cavalcata a cielo aperto che in circa un’oretta ci condurrà sino alla vetta del monte Sasna.

Armati di ramponi o ramponcini, imbocchiamo il sentiero 304 CAI che, diretto verso il rifugio Curò, ricalca il nostro percorso sino al monte Sasna. Il sentiero presenta subito la ripida salita di un dosso erboso e poi la lieve depressione che termina con il passaggio su un ponticello in legno che attraversa un crepaccio creatosi dallo sprofondamento del terreno su un sottostante galleria mineraria.

Passati appena sopra una baita alla nostra sinistra, riprendiamo la salita e poi un lungo traversone che al suo termine ci proietta su un altro ripido tratto innevato da affrontare con passo lento. Risalito quest’altro dosso, proseguiamo lungo la dorsale che con brevi saliscendi raggiunge la prima croce del monte Sasna e, poco oltre, la seconda croce di vetta posta sulla cima più alta del monte Sasna, a quota 2229 metri di altitudine.

Monte Sasna
Monte Sasna | photocredit: Cristian Riva

Dopo la meritata sosta che ci consente di ammirare le principali cime seriane, alla nostra sinistra, e quelle scalvine, alla nostra destra, riprendiamo il cammino percorrendo a ritroso il sentiero di salita, sino alla cappella della Madonna Pellegrina, altro pulpito panoramico sulle nostre Orobie.

La splendida giornata di sole e l’avvicinarsi dell’ora di pranzo, invitano a non scendere subito a Lizzola, alternativa eventualmente possibile percorrendo il sentiero di salita, ma, piuttosto, a proseguire sino al rifugio Mirtillo.

Pertanto, valutate le condizioni del manto nevoso, riprendiamo il cammino percorrendo per poche decine di metri il sentiero che scende verso il versante scalvino. Al sottostante incrocio sentieristico, prendiamo a destra il sentiero che volge verso il rifugio Mirtillo.

Il lungo traversone non è mai troppo faticoso ed il sentiero alterna brevi saliscendi passando alto sopra la baita dell’Asta Alta. Il rifugio Mirtillo è quasi sempre a vista, pare di toccarlo se non fosse che un paio di insenature della montagna ci obbligano a rinunciare a questo miraggio. Ma è solo questione di pochi minuti e, dopo quasi due chilometri dalla cappella della Madonna Pellegrina, eccoci con le gambe sotto il tavolo.

Per il ritorno a Lizzola possiamo optare per la discesa alla baita dell’Asta Alta, percorrendo a ritroso un tratto del traversone che ci ha condotti al rifugio Mirtillo, oppure fiancheggiare le piste da sci percorrendo la traccia utilizzata per il gatto delle nevi.

Gallery fotografica

Tracciato GPS
Download file: 20220304 - monte sasna.gpx
Scheda sintetica
Località di partenza Valbondione, località Lizzola
Sentieri utilizzati 307 – 304 CAI
Tempi medi di percorrenza 6 ore circa (anello)
Altitudine raggiunta 2229 metri (monte Sasna)
Attrezzatura Da escursionismo + ramponi
Difficoltà EAI
Note Nulla

Cristian

Adoro la montagna, risalire lentamente i suoi ripidi versanti, percorrere quei tortuosi sentieri tra fitti boschi ed ampie distese prative. Adoro tutto ciò che l'avvolge e la rende speciale: curiosi animali e coloratissimi fiori, antichi borghi e cadenti cascine abbandonate, il soffio del vento che fischia ai valichi tanto quanto la neve che - candida - cade lentamente, un improvviso temporale tanto quanto l'alba ed il tramonto. Con la fotografia m'illudo di rubare l'emozione di quel momento vissuto sui monti, un'emozione che però porterò sempre con me!

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