Piz Olda
Dal Piz Olda all’Adamello il passo è breve, pare quasi di poterlo toccare con un dito. A dividermi dall’imponente sagoma montuosa, simbolo della Valle Camonica, vi è solo il vuoto più profondo sul quale però mi sollevo – semplicemente – rispolverando il ricordo dell’ascesa 2013, quando dalla via Terzulli raggiunsi l’omonimo passo e poi l’ambita cima.
E’ il bello dell’arrivo in vetta, di ciò che regala ogni cima e, forse, anche l’effetto di tanta immaginazione: concluso l’ultimo faticoso passo che placa il frenetico battere del cuore, comincia l’estasi e torna pure il “batticuore”, questa volta gioioso e scalpitante per l’infinito panorama circostante. Allora, lasciati a terra zaino e racchette e l’ultimo trambusto umano percettibile in quota, avvolto dall’impagabile silenzio il pensiero corre veloce e solitario posandosi sulle cime circostanti ravvivando il ricordo delle trascorse salite.
Descrizione del percorso
Parcheggiata l’autovettura nell’area di sosta del campo sportivo presso la pineta di Cevo, imbocchiamo la comoda strada, inizialmente asfaltata e poi in parte sterrata ed acciottolata, che in poco meno di un’ora e mezza, passando attraverso la fitta pineta, raggiunge la località Fienili Musna.
Uno sguardo alle spalle è sufficiente per far spaziare la vista sull’estesa Valle Camonica e l’imponente Concarena che accoglie i primi raggi di sole dell’alba.
Mantenendoci lungo la carrareccia, ora sterrata, passiamo tra le poche baite dell’alpeggio lasciando a destra le eventuali indicazione per la Malga Corte. Continuiamo su quella che in realtà è un ottima e ben tenuta strada militare alzandoci di quota, con ampi e dolci tornanti, sino alla Malga Dos Curù.
Lasciato a destra il sentiero che si infila nella depressione valliva tra il Piz Olda ed il Pian della Regina, svoltiamo a sinistra proseguendo sulla carrareccia che pian piano diviene sempre più stretta: un lungo traversone che si allunga tra le ampie pieghe del versante est del Piz Olda, sino all’ennesimo tornante dove, abbandonata quella che ora è divenuta una stretta mulattiera, iniziamo la libera salita che attraversa i ripidi pratoni che discendono a valle.
Senza traccia alcuna, raggiungiamo la larga dorsale dove, infine, abbagliati dall’improvviso comparire del Monte Adamello, non resta altro che proseguire superando la docile anticima e, quindi, percorrere la facile cresta sino alla croce di vetta posta all’estremità del Piz Olda, a quota 2511 metri.