Pizzo Porcellizzo in Val Masino
Raggiungo le Terme dei Bagni di Masino ancora al buio. Il piccolo parcheggio che precede l’area delle Terme è quasi al completo ma, con un poco di fortuna, trovo spazio fra due auto tedesche colme di attrezzatura alpinistica, corde caschetti e moschettoni, e di persone che ingarbugliate fra loro dormono profondamente dopo una serata certamente ricca di bagordi; così almeno mi pare d’intuire dalle numerose lattine di birra aperte ed appoggiate sulle cappotte delle due vetture. Mi muovo in punta di piedi, non vorrei “svegliare il can che dorme” e trovare al mio ritorno i segni sull’auto di un ingiustificata vendetta.
Oltrepasso le Terme e mi inoltro nella fitta pineta, la fresca quiete è rotta solo dal dolce scrosciare del torrente Masino, ed ora anche dal calpestio dei mie scarponi sul primo tratto di sentiero selciato che risale sino al 17° secolo. Il sentiero parte in salita, come sempre accade quando si cammina in montagna! Ma in questo sentiero la salita sarà la costante di tutta l’escursione. Una salita moderata ma continua, salvo un paio di brevi tratti in corrispondenza dell’ampio pianoro tra l’alpe Porcellizzo e quella Zoccone dove, quasi a soffocare la fatica della prima oretta di cammino, si apre magicamente il sipario sulle spettacolari montagne della bastionata della Val Masino e della Val Porcellizzo: il Pizzo Badile, il Pizzo Cengalo, i Pizzi Gemelli ed il Pizzo del Ferro. Cime spettacolari, di granito bianco, uniche e famose in tutto il mondo che furono – un tempo – terreno di sfida, anche patriottica, tra famosi o sconosciuti alpinisti che le risalirono da ogni versante e spigolo. Tra loro, gli alpinisti famosi di un tempo, menziono per originalità l’impresa di Hermann Buhl che, giunto in bicicletta da Landeck in Tirolo, compì la prima solitaria sul Badile percorrendo la via Cassin, e tornò a casa lo stesso week end sempre a cavallo della propria bicicletta. Cime uniche e famose che sono oggi sono frequentatissime da alpinisti provenienti da ogni dove e che divengono il premio di una sana passione per la montagna.
Riparto dal pianoro dell’alpe Porcellizzo senza mai perder di vista queste imponenti vette. Mi manterrò da loro a quella tal distanza che, se ridotta, decreterebbe l’inizio dell’ascesa. Non risalirò nessuna di queste cime, non ne sarei in grado, mi accontenterò di osservarle a distanza. In verità, una distanza neppure troppo ampia. La mia meta, infatti, è il Pizzo Porcellizzo, il più facile tremila di questa conca di granitici giganti, un vero balcone su tutta l’omonima vallata, dal quale, in tutta comodità, potrò godermi il dirimpettaio Pizzo Badile, tanto vicino che potrò scorgerne gli alpinisti impegnati nell’ascesa; a seguire il pizzo Cengalo, con la sua forma a piramide tronca del quale potrò ammirare il versante su cui si sviluppa la via normale; e quindi i Pizzi Gemelli, il Pizzo del Ferro ed in lontananza il massiccio del Monte Disgrazia. Una contemplazione che prosegue in tutta comodità: mi basta un semplice giretto attorno all’enorme omino di vetta che segna la cima del Porcellizzo per ammirare in lontananza le mie Orobie, e più a destra le cime che sovrastano la vicina valle dell’Oro, il Ligoncio, la cima di Barbacan e, in lontananza, persino la sponda nord del Lago di Como.
Soddisfatto, discendo la vetta del Porcellizzo e dopo la sosta mangereccia presso il Rifugio Gianetti faccio ritorno ai Bagni di Masino dove la fresca quiete di questa mattina è purtroppo ora mutata in un’affollata calca riminese.
Descrizione del percorso
Anche in questo caso l’ampia premessa descrive in parte l’intera escursione. Non mi resta che esser più preciso su alcuni punti: la partenza avviene dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio antistante le Terme dei Bagni di Masino oppure, in mancanza di spazi, è possibile parcheggiare nell’area delle Terme al costo di 5,00 euro per giornata.
Lasciata l’auto, ci incamminiamo nella fitta pineta e quindi imbocchiamo, alla prima indicazione sentieristica, il sentiero per la Capanna (o rifugio) Gianetti. Come anticipato in premessa, il sentiero è sempre in salita a parte il tratto che attraversa il pianoro erboso tra l’alpe Porcellizzo e Zoccone. Successivamente si prosegue ancora in costante salita sino a raggiungere la capanna Gianetti (circa 2 e mezza / 3 ore dopo la partenza dai Bagni di Masino).
Il restante tratto di sentiero che prosegue sino alla vetta del Porcellizzo, la cui cima è ben visibile alle spalle del rifugio Gianetti, non è in alcun modo segnalata da bolli o indicazioni sentieristiche; troveremo in prossimità della vetta solo sporadici omini di pietre. Possiamo avere indicazioni più precise da Mimmo, il rifugista della Gianetti. In sostanza dobbiamo lasciare alle spalle la capanna Gianetti e proseguire brevemente sul sentiero Roma (con direzione sud-ovest ovvero verso il Rifugio Omio) ed abbandonarlo immediatamente dopo per risalire a destra l’ampia pietraia granitica in direzione di quel visibile intaglio roccioso sulla cresta sud-sud-est del Pizzo Porcellizzo. Superato l’intaglio roccioso, risaliamo verso destra il versante sud del Porcellizzo attraversando in quota l’ampia zona di sfasciumi e facili rocce. Restando sempre piuttosto alti, ovvero evitando di perdere quota, ci dirigiamo verso un successivo intaglio o valico roccioso indicato come il Passo di Porcellizzo Sud (a quota 2886 metri) che eviteremo di raggiungere per piegare nettamente a destra e risalire la traccia detritica, indicata sporadicamente da omini di pietre, che prosegue raggiungendo un’area di facili roccette che supereremo con l’aiuto delle mani. Poco sopra un ampio pianoro roccioso ci permette di prendere fiato prima di proseguire sul ripido tratto finale composto da blocchi rocciosi meno stabili, sino alla vetta del Pizzo Porcellizzo, a quota 3075 metri (1 e mezza / 2 ore dalla Capanna Gianetti).