Strada Taverna
Indescrivibile dev’esser stata la fatica del viandante dell’epoca, quando, ancor prima della nascita della Via Priula, si doveva imbattere nell’arduo e difficile cammino verso gli importanti centri economici, ecclesiali e burocratici di Zogno e San Giovanni Bianco: caricato come non mai il proprio mulo, superava l’architettonico ponte a schiena d’asino detto “del Cappello”, che gli consentiva così di aggirare le inquietanti gole del torrente Brembilla, ed inforcava quell’antichissima strada selciata di cui oggi abbiamo ancora viva testimonianza: la Strada Taverna.
In origine chiamata Strada Meneghina, nome preso dal primo abitato che si incontra salendo, venne in seguito riportata sulle carte come Strada Taverna probabilmente per la presenza lungo il tragitto di un importante punto di sosta presso il quale, il nostro instancabile viandante, poteva finalmente ristorarsi.
Non resta altro che voltare le spalle all’incessante rumore del traffico che corre lungo la provinciale 470 e al tartassare delle crivelle delle vicine industrie di calce e lasciarsi condurre, attraverso questa storica via di comunicazione, in epoche remote delle quali ancor oggi non conosciamo datazione alcuna.
Descrizione del percorso
Partenza dalla località Ponti di Sedrina dove, imboccato il segnavia 592 CAI, quello che oggi ricalca fedelmente la Strada Taverna, risaliamo il selciato ben conservato che con ampi e regolari tornanti raggiunge gli edifici di Ca’ Meneghina, gli imponenti muraglioni di Ca’ Marta ed arriva alla contrada di Pratonovo ove sorge la chiesetta di San Gaetano, protettore della Strada Taverna.
La comoda mulattiera prosegue sino alla contrada Maroncella, oggi purtroppo quasi interamente decadente, e con andatura pianeggiante si allunga tra i prati prima di tornare nella fresca boscaglia.
Proseguiamo sino al nucleo di Castignola di Là e Muraca, borghi contadini di origine cinquecentesca, e poi al borgo di Castignola di Qua; proseguiamo infine lungo un tratto della strada asfaltata prima di immergerci nella bellissima faggeta che anticipa il nostro arrivo all’abitato di Catremerio dove sono ben evidenti testimonianze delle antiche attività rurali affacciate sulla piazzetta e nei vicoli che da essa dipartono.