Val Codera – Anello di San Giorgio
Tutte le strade portano a Roma, anzi – no! – come insegna lo scrittore Paolo Rumiz nel suo bel libro sull’Appia, tutte le strade partono da Roma. Ma non per quei pochi abitanti di Codera che di strade non conoscono neppure l’ombra. Raggiungibile solo attraverso l’erto sentiero che parte dalla frazione Mezzolpiano di Novate Mezzola, Codera è isolata da Roma, dall’Italia e, quindi, da tutto il mondo intero. Che botep!
Ma raggiungerla costa fatica! Salire a Codera richiede una sudata di almeno un paio di ore lungo la zigzagante mulattiera che si alza, gradino dopo gradino, sino a quando la vallata alpina lascia scorgere in lontananza l’abitato meta dell’escursione. Eppur la Val Codera non si conclude presso l’omonimo villaggio; è ancora lunga, molto lunga, tanto lunga che altre due ore di cammino conducono l’escursionista sino dirimpetto al Pizzo Badile.
Ma non quest’oggi, però! L’arrivo a Codera è già un’appagante traguardo fisico che consente di collezionare poi un giro ad anello che prosegue, attraverso buie e fresche gallerie scavate nella severa roccia, lungo lo storico Tracciolino, una delle più importanti opere di ingegneria della Valchiavenna che, mantenendosi ad una quota costante di circa 920 metri, collega la Val Codera alla Val dei Ratti, altra bellissima vallata all’imbocco della Valchiavenna.
Il villaggio di San Giorgio, che segna il ritorno alla civiltà dopo il trapasso preistorico nelle buie gallerie del Tracciolino, è un panoramico balcone sul Pian di Spagna che anticipa un nuovo zigzagare, quello ripido e selvaggio che scende verso il punto di partenza e fa ritorno ai giorni nostri, lungo quelle caotiche strade che conducono a Roma.
Descrizione del percorso
Il lungo anello prende il via da Novate Mezzola. Anzi, per essere più precisi troviamo l’imbocco del sentiero presso l’ampio parcheggio sterrato in località Mezzolpiano, quest’ultima raggiungibile seguendo le indicazioni per la Val Codera dopo aver abbandonato la ex SS36.
2500, 2499, 2498 è il conto alla rovescia degli infiniti gradini che compongono la facile mulattiera che sale ripida, zigzagando nella frescura del bosco, sino alla nostra meta, l’antico abitato di Codera. Non occorre aver fretta e lungo la facile salita conviene pure fermarsi per ammirare il panorama che pian piano si apre alle nostre spalle, soprattutto sotto di noi, sul verdissimo Pian di Spagna ed il lago di Mezzola.
Il sentiero infila i numerosi e stretti tornanti e si alza sino alle poche baite dell’abitato di Avedèe, a quota 790 metri di altitudine, dove, quindi, prosegue con un leggero saliscendi prima di perdere quota e passare sotto una serie di paramassi. Solo ora, osservando verso il proseguire della vallata, possiamo intravedere l’attesa meta, Codera.
Un ultimo tratto di salita e, lasciata a destra la cappella dedicata ai defunti datata 1876, proseguiamo lungo la bella mulattiera che, fiancheggiato a sinistra il declinare del prato, ci introduce tra le prime baite, la chiesa e la casa parrocchiale: eccoci giunti a Codera, a quota 825 metri di altitudine, il paese senza strade che ora possiamo visitare con tutta calma.
Terminata la meritata sosta, riprendiamo il cammino imboccando, nella parte bassa del paese, il sentiero che prosegue verso Cii, Cola e San Giorgio.
Disceso il primo tratto e superato il ponte sul torrente Codera, il sentiero prosegue ancora in leggera discesa ed oltrepassa un secondo ponte, quello sul torrente Ladrogno, prima di riprendere a salire nel fitto bosco.
Raggiunto le poche abitazioni di Cii, proseguiamo in falsopiano sino ad intercettare il Tracciolino e, poco oltre, la deviazione a sinistra per l’abitato di Cola. Proseguiamo diritti lungo il panoramico Tracciolino che, a sulla Val Grande ed il Vallone di Revelaso, prosegue pianeggiante sino alla deviazione a destra per il borgo di San Giorgio.
Lasciamo a destra il sentiero che scende a San Giorgio, lo percorreremo al ritorno una volta visitate le numerose gallerie, e proseguiamo diritti seguendo ancora il percorso del Tracciolino che volge verso la Valle dei Ratti. Poco oltre troviamo la prima galleria, munita di sistema di illuminazione a sensori che però, ahimè, oggi non risulta funzionante.
Muniti dell’obbligatoria torcia frontale o, comunque, di una fonte luminosa, proseguiamo attraversando le successive gallerie, sino al tracciato della vecchia ferrovia a scartamento ridotto (Decauville) che ci immette nell’ultima galleria, la più lunga e di conseguenza la più buia, oltre la quale troviamo la deviazione per la Valle dei Ratti.
Non occorre proseguire oltre e dopo la sosta facciamo dietro front percorrendo a ritroso le numerose gallerie percorsa all’andata. Giunti al bivio per San Giorgio, imbocchiamo a sinistra il sentiero che molto velocemente raggiunge il bellissimo borgo panoramico: le vecchie baite in pietra e la caratteristica chiesetta.
Terminata l’appagante visita, proseguiamo in discesa percorrendo i numerosissimi tornanti della mulattiera che ci condurrà sino alle sottostanti cave e quindi nuovamente alla frazione di Mezzolpiano.